È stato ancora una volta l’organo che rappresenta ufficialmente i ciclisti professionisti a farsi portavoce di una querelle già iniziata in merito all’utilizzo dei freni a disco: il presidente della CPA (Cyclistes Professionnels Associés) Gianni Bugno ha infatti scritto nuovamente alla Commissione Materiai dell‘UCI per ribadire che i ciclisti professionisti non ne gradiscono l’uso a meno che non siano garantite tutte le misure di sicurezza del caso.
Riprendendo direttamente il testo della comunicazione diramata dall’organo rappresentativo, si legge che: «Il CPA, organismo che rappresenta ufficialmente i corridori, aveva sottoposto alla Commissione tre condizioni che i corridori avevano ritenuto necessarie per riprendere i test. La prima era che i dischi fossero arrotondati. La seconda che fossero dotati di un carter di sicurezza e in terzo luogo che tutti i corridori partecipanti ai test avessero in dotazione il nuovo sistema, in modo che tutti avessero la stessa performance di frenata.
Sulla prima richiesta l’UCI è stata in grado di ottenere buoni risultati e anche sulla seconda sono allo studio delle soluzioni. Per quanto riguarda la terza condizione, non sembra esserci ancora una risposta soddisfacente.
“Al punto in cui siamo, tutto fa pensare che non è ancora il momento di iniziare questi test,” ha commentato Gianni Bugno, aggiungendo: “Come abbiamo più volte detto, noi non siamo contro l’innovazione tecnologica, ma dobbiamo tenere conto in primis della sicurezza dei corridori durante la corsa. “
Nella sua lettera, Gianni Bugno ha anche espresso preoccupazione per il fatto che alcuni corridori già utilizzano i freni a disco in corsa, mentre la Commissione Materiali sta ancora lavorando per migliorare la sicurezza e le prestazioni di questa nuova tecnologia. Ha chiesto una maggiore chiarezza nei regolamenti circa l’uso dei freni a disco, al fine di rassicurare i corridori sulla corretta gestione di questo progetto.
“Crediamo che i corridori, alla fine, saranno favorevoli e felici di utilizzare queste nuove tecnologie durante la corsa, ma solo una volta che tutte le misure di sicurezza che hanno richiesto saranno prese in considerazione”, ha concluso Gianni Bugno, precisando: “Abbiamo anche chiesto che tutti i corridori siano in grado di avere al più presto una bicicletta dotata di freni a disco per l’allenamento. Sarebbe ridicolo pensare che debbano testare tali sistemi frenanti per la prima volta in corsa. Questa prima fase del processo mi sembra logica e fuori discussione, se vogliamo davvero introdurre i freni a disco nel nostro sport..”»