Granfondo Laigueglia Alé – Credit: Stefano Galleno

Costa ligure di ponente, sole, mare, biciclette, 16° gradi e la primavera inizia subito a bussare alla porta nonostante sia solamente il 26 febbraio. La Granfondo di Laigueglia è una delle grandi classiche di apertura della stagione ciclistica amatoriale appartenente al circuito GS Alpi, un’organizzazione che propone 7 interessanti manifestazioni granfondistiche a partire dal mese di febbraio protraendosi fino ad ottobre.
La mia primissima partecipazione ad una Granfondo di ciclismo su strada si svolge ad un centinaio di chilometri da casa, circondato da oltre 2700 iscritti pronti a darsi battaglia lungo un anello di 113km con un dislivello di 1962m fra la provincia di Savona e Imperia; arrivo e partenza dalla cittadina ligure di Laigueglia.

Perché partecipare ad una Granfondo ciclistica? Personalmente parlando è una sfida prima di tutto con me stesso nonché una naturale conseguenza delle mie passioni in quanto 26enne ingegnere da sempre appassionato di due ruote e motori che, quattro anni fa, si è avvicinato al mondo delle bici trovando la sua dimensione fra il downhill e, successivamente, il ciclismo su strada.

Per quanto riguarda la gara, pochi obiettivi di giornata: fare il ciclista amatore, divertirsi in compagnia di amici e appassionati di ciclismo dandosi battaglia sulle salite del percorso – ovviamente fra un ristoro e l’altro – e concludere la gara.

Affronto la sfida con la mia fedele Bianchi C2C in carbonio da circa 8kg, ruote dal profilo medio in alluminio e nessun componente esoterico, perché come si dice in gergo #tantocontanolegambe.

A causa del massiccio numero d’aderenti alla manifestazione, l’organizzazione ha creato due griglie di partenza separate per poi far riunire il gruppo, una volta usciti dalla cittadina ospitante, per favorire la sicurezza dei partecipanti con una partenza volante.

 

La gara

Granfondo Laigueglia Alé – Credit: Stefano Galleno

Il percorso si è rivelato pianeggiante con una vista mare unica fino al paese di Ceriale per poi iniziare a inasprirsi dopo circa 25km dalla partenza. Su suggerimento di amici tengo la ruota di un gruppo del mio livello con un buon ritmo (36km/h velocità media nella pancia del gruppo) e in poco tempo mi trovo ad affrontare la prima delle tre lunghe salite di giornata: gruppo compatto e si giunge in cima senza troppa difficoltà nonostante la lunghezza (Arnasco – Costa Bacelega 21,9km, pendenza media 3%), rapida pausa al ristoro (km.45) e si riparte buttandosi a capofitto nella discesa.

La strada è mantenuta sgombera dall’organizzazione e spesso sono presenti auto e scooter di assistenza sanitaria e per cambio gomme e i tratti con asfalto rovinato sono ben segnalati ma viaggiando in gruppo risulta difficile schivare le buche per tempo; proprio per questo motivo finisco preda di una voragine che, per la forza d’urto, fa ruotare verso il basso il manubrio della mia bici obbligandomi ad un pit-stop di diversi minuti per riportarlo in posizione. Perdo così il gruppo “buono per me” ma fortunatamente trovo altri corridori e i chilometri riprendono a scorrere in fretta: in poco tempo affronto la seconda (Ligo – Marmoreo 8,3km, 4%) e la terza salita (Garlenda – Colle di Paravenna 6,7km, 6%), intervallate dalla seconda pausa ristoro (km.67).

In vetta alla terza salita (441m s.l.m.) la fatica inizia a fare capolino nelle gambe e nella testa. Per non rischiare di rovinare la giornata decido di abbassare leggermente il ritmo e mantenere la lucidità in discesa: gli ultimi 15 chilometri sono con leggera pendenza negativa e, alternandoci in testa al gruppo con una media di 40km/h, giungo alla base della salita che porta all’arrivo (Colla Michieri 1,9km, 7%).

Qui, causa crampi, il ritmo è drasticamente calato e la fatica ha la meglio su di me, però riesco ugualmente a portare a termine la mia prima Granfondo e quindi a centrare il mio personale obiettivo prendendo “solamente” un’ora e mezza di ritardo dal primo classificato.

 

Cosa dire di questa domenica in sella? Manifestazione piacevole e ben organizzata,

Granfondo Laigueglia Alé – Credit: Stefano Galleno

ristori gara ben forniti, molti stand espositivi all’arrivo dedicati ai ciclisti, generoso pacco gara offerto dagli sponsor e graditissimo pasta-party finale. Unica nota dolente, secondo diversi partecipanti con cui ho parlato, è stata lo scarso controllo del traffico auto degli ultimi 20km e la difficoltà nel trovare posteggio alla partenza. Nel complesso senz’altro un’esperienza positiva e consigliabile a tutti i ciclisti sufficientemente allenati e con voglia di macinare chilometri prima dell’inizio della stagione estiva.

 

Per la cronaca: tra gli amatori, primo classificato trionfa il friulano Federico Pozzetto in volata su Tommaso Elettrico e Paolo Castelnovo (03:04:12, vel. media 36.15 km/h).

Tra le donne vince Barbara Lancioni, seguita da Magnaldi e Genga (03:15:10, vel. media 34.05 km/h)

 

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Restate collegati per i resoconti delle prossime Granfondo a cui parteciperò: riuscirà un amatore qualunque a rimanere al di sotto dell’ora di ritardo dal primo classificato? Speriamo di scoprirlo prossimamente.

Granfondo Laigueglia Alé – Credit: Stefano Galleno

 

 

1 COMMENTO

  1. Bravo Stefano e complimenti per aver portato a termine la tua prima “granfondo” (e complimenti anche per il testo sull’evento ma meglio non chiamarla “gara”, quella è un’altra cosa…).
    Mi sembra che tu abbia preso con lo spirito giusto questa bella giornata sportiva però voglio darti un paio consigli: non guardare mai ne il distacco totalizzato dai primi ne di confrontarti con loro (e nemmeno di emularli). Essi appartengono ad una categoria di ciclisti che non hanno nulla a che fare con gli amatori o, chi come te, vede la bici come puro divertimento sulle due ruote (come dovrebbe sempre essere). Te lo dice uno che da vent’anni frequenta questo mondo in modo agonistico con circa 250 granfondo e una cinquantina di corse in linea alle spalle. Come ho scritto io nella mia breve biografia di presentazione: “mi piace il ciclismo perché è uno sport da poeti” e credimi, quelli che arrivano la davanti, di “poetico” non hanno proprio niente.
    Buone pedalate, magari ci si incontrerà da qualche parte.
    Ciao, Roberto.

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