Ore 20,30 di domenica 26 aprile, tutti incollati davanti al televisore. Ha parlato in diretta il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Per tutti gli italiani, per tutti i lavoratori che in questa drammatica situazione stanno soffrendo o sono in crisi, per gli imprenditori, per gli esercizi commerciali, per i liberi professionisti e per gli sportivi ci si prepara a quella che viene chiamata “la fase 2”. Il prossimo 4 maggio scatterà un periodo in cui, gradualmente e con le dovute precauzioni, dovremo nel tempo tornare alla nostra vita di tutti i giorni e così sarà anche per lo sport. Per ora è assolutamente vero che “non sarà più come prima” poi si vedrà… Cominciamo a prendere ciò che ci viene concesso di fare; non è molto ma, come dice un famoso proverbio, “piuttosto che niente è meglio piuttosto”! In buona sostanza accontentiamoci, c’è di peggio.

La “Fase 2” per il ciclismo

PH Credit Scott Sports

Nell’attesa di vedere pubblicato il Decreto Legge sugli organi ufficiali di comunicazione prendiamo atto con molto piacere che da lunedì 4 maggio, per noi ciclisti, si potrà tornare a pedalare su strada e in mountain bike. Non vogliamo addentrarci nello specifico degli altri sport quindi è nostro interesse limitarci alla bicicletta. Sarà possibile farlo evitando i famosi assembramenti o le soste per la chiacchieratina tra amici (e ci sembra pure logico). Si uscirà da soli (sono vietate le uscite di gruppo) o prendendo le giuste misure di sicurezza che consistono in un distanziamento di almeno due metri dal cilclista che ci precede o che ci segue (noi consigliamo anche di mantenere una distanza maggiore). Inoltre, con grande nostra sorpresa, non vi è alcun obbligo d’indossare la mascherine o il foulard scaldacollo che avrebbero ostacolato non poco la pedalata, in particolar modo con l’arrivo del caldo e dell’imminente stagione estiva. Ricordiamo che nel comune di residenza è possibile muoversi senza autocertificazione e bisognerà comunque rispettare i confini della regione in cui abitualmente si vive. Saranno invece vietati, tranne che per motivo di lavoro (ad esempio quella di un prof in allenamento è una valida giustificazione; quella di un amatore no), gli spostamenti al di fuori dei limiti regionali. La situazione nazionale sarà costantemente monitorata ogni tre giorni da una commissione di esperti che, in caso di crescita anomala della curva di contagio, potrebbe di nuovo bloccare tutte le attività all’aperto fino a data da destinarsi.

Concludendo…

Quindi, cari amici ciclisti, cominciamo a scaldare i motori e teniamo ben presente che questo non è il traguardo, non abbiamo nemmeno visto ancora il cartello dell’ultimo chilometro. La “Fase 2” è solo il punto di partenza, abbiamo appena agganciato gli scarpini ai pedali per ricominciare da dove eravamo rimasti qualche mese fa…

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