È la notizia più bella che poteva aspettarsi Milano, anzi, l’Italia tutta del ciclismo e non solo. Il Vigorelli che rinasce non è solo la restaurazione di un luogo di sport e cultura ma diventa un riallinearsi dell’Italia alle grandi nazioni del ciclismo, quelle che proprio dalla pista hanno fatto partire un movimento sportivo che funziona anche molto bene.

Velodromo VigorelliSe in tutto il mondo si costruiscono velodromi era quanto meno insolito che in Italia si abbandonassero quelli che ci sono già. La strada è ancora lunga, ci sono velodromi che agonizzano e potrebbero essere un punto di partenza per il ciclismo e per ragazzini che pedalano sicuri e non in strada. Gli esempi sono tanti e coinvolgono il sud e il nord della penisola. Pensate a Marcianise o a Varese. Il Vigorelli è un passo. Sabato 2 giugno c’è stata una prima presentazione. Entro fine mese i lavori saranno terminati, ma intanto ecco la pista, rifatta con legno della Val di Fiemme e recuperando anche quello del vecchio velodromo. Come a dire: storia e futuro che viaggiano insieme. Mancano ancora le righe e la verniciatura finale, ma c’è già quel rumore che fanno le biciclette sulla pista di legno e la parola “fascino” compare sulla bocca di chi all’inizio al velodromo non credeva. Non lì, non quello almeno. E invece si è dovuto ricredere.
Lo hanno voluto fortemente dei ragazzi e non solo.

Il Comitato Velodromo Vigorelli è formato da ciclisti urbani e da ragazzi che corrono in pista. L’appoggio della cultura ha messo con le spalle al muro chi aveva pensato troppo velocemente e superficialmente. L’intervento del Ministero dei Beni Culturali è stato fondamentale per stabilire il vincolo storico e sportivo e Milano ha di nuovo il Vigorelli.

 

Marino Vigna
Marino Vigna

Lo hanno festeggiato Marino Vigna (che ci ha pedalato per diversi giri dandone parere positivo, ma anche Mery Cressari, Guido Bontempi, Sante Gaiardoni: ciclisti di un passato non remoto affascinati dalla pista che spesso è stata la loro fortuna.

Pista troppo lunga? Sì secondo l’UCI: sono quasi 400 metri ma sono perfettamente omologabili per tutte le gare, ad esclusione di Olimpiadi e Mondiali che, per il nuovo regolamento, vogliono piste da 250 metri. Avoglia a fare attività al Vigorelli. C’è da riscoprire un mondo, quello della pista, fatto anche di spettacoli e cultura e accorgersi che non si tratta solo di girare in bicicletta. Che poi è un girare affascinante e conquista anche chi non segue regolarmente il ciclismo. Pensate quanto si potrebbe allargare l’interesse. E a guadagnarci potrebbero essere davvero in tanti.