New York, la città simbolo degli USA, per decenni sinonimo di modernità, resisteva da ormai 4 anni rispetto ad altri Stati americani nell’imporre il suo divieto di circolazione alle e-bike. Adesso è il primo cittadino Bill de Blasio a dichiarare ufficialmente che le bici a pedalata assistita saranno le benvenute per le strade di New York: una notizia che porta con sé un vento positivo per tutto il settore della bicicletta americano.
Certo, quello che i vari maggiorenti della Grande Mela volevano evitare bannando le e-bike è un fenomeno diverso da quello del semplice pendolarismo urbano come lo intendiamo noi e molto più vicino alla versione “elettrica” dei Bike Messengers, che lanciarono la tendenza dello scatto fisso.
Sul banco degli accusati erano – e continuano ed essere, in quanto illegali resteranno le e-bike in grado di superare le 20 miglia orarie (32 km/h) – quei modelli di e-bike che montano motori di potenza ben superiore ai 250 W, raggiungendo le prestazioni di una motocicletta pur avendo l’aspetto di una normale bicicletta. Un problema per l’ordine pubblico che noi sostanzialmente non conosciamo, avendo una legislazione – magari restrittiva ma chiara – che limita a 25 km/h l’assistenza erogabile alla pedalata.
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Nel 2017 in particolare la polizia di New York si era accanita contro le bici elettriche utilizzate dai fattorini di società piccole e grandi, spinti a compiere – esattamente come a loro tempo i pionieri dello scatto fisso – ogni genere di infrazione, prima fra tutte quella ai limiti di velocità, per riuscire a rispettare le tempistiche delle consegne.
In assenza di una legislazione chiara, per porre fine alla confusione le autorità newyorchesi avevano optato per misure draconiane anti-pedalata assistita.
Una situazione che ha penalizzato il mercato, evidentemente in crescita, dell’e-bike negli USA: delle stelle che compongono la bandiera Americana, infatti, solo 8 (quindi altrettanti Stati) si sono dotati di una legislazione sulle e-bike, seguiti da ulteriori 3 nei quali è in via di approvazione.
Al recente Taipei Cycle Forum, il presidente dell’Accell Group Larry Pizzi ha ricordato come New York abbia un ritardo di ben 4 anni rispetto a Stati come la California: a capo di una delle principali consorterie del mondo industriale del ciclo, Pizzi si è detto fiducioso che nel giro di altri 3 o 4 anni anche gli 39 Stati saranno coperti da norme specifiche sulle bici elettriche.
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Una speranza che farà felici quanti desiderano centri città meno inquinati ma che è sospinta soprattutto da ragioni economiche: l’assenza di regole chiare rallenta infatti lo sviluppo di un mercato che è invece pronto ad esplodere.
D’altronde sono le stesse parole di de Blasio ad esplicitare questo concetto, dal momento che ha affermato di non poter trascurare la crescente domanda dei suoi concittadini per l’uso di e-bike come mezzo di trasporto pendolare. Il primo cittadino ha anche fatto riferimento alla consolidata opinione che far pedalare quanta più gente possibile sia un ottimo investimento in termini di salute, oltre che di qualità dell’aria e traffico.
New York si è anche posta l’ambizioso obiettivo di raddoppiare la sua popolazione ciclistica entro il 2020: la pedalata assistita potrebbe essere lo strumento giusto per far crescere le statistiche, oltre che i ritorni economici del settore.