È conosciuto in Cina come l’equivalente di Uber ed è l’ennesimo gigante della mobilità urbana intenzionato a fare il suo ingresso nel mondo del bike sharing. Si tratta di Didi (nome completo: Didi Chuxing), che dopo l’espansione come servizio di condivisione per le automobili, ha intenzione di offrire anche la condivisione delle biciclette.
Didi altro non ha che fiutato l’enorme giro d’affari che il bike sharing offre, sia in Cina che in Occidente. Non è un caso, infatti, che il suo progetta includa da subito all’interno dell’app che gestirà le bici anche i servizi di Ofo e Bluegogo.
L’intento è dunque quello di creare una piattaforma che renda fluido lo scambio di biciclette tra utenti, a prescindere quasi da chi sia l’effettivo erogatore del servizio: essendo poi bike sharing del tipo “free floating”, ossia senza stalli obbligati per la riconsegna, si pongono come estremamente svincolati nel loro utilizzo.
La piattaforma così generata potrà contare da subito, in Cina, su circa 16 milioni di biciclette sparse in giro per il Paese. Numeri di scala asiatica che promettono profitti sicuri, per quanto alcuni operatori di bike sharing locali siano recentemente andati incontro allo sgonfiarsi improvviso di quella che, talvolta, è anche una bolla speculativa.