È quasi tutto pronto, mancano solo le ultime “docking stations”, i punti di prelievo e rilascio delle nuove 200 bici elettriche che andranno a comporre uno dei bike sharing più grandi del Regno Unito.

Siamo a Derby, contea del Derbyshire, in piena Inghilterra: il City Council si fa vanto di quello che sarà un servizio fondamentale nel processo di miglioramento del trasporto pubblico della città.

250mila abitanti scarsi, una popolazione residente di studenti universitari che conta 13mila ragazzi: specialmente a questi ultimi è rivolto il bike sharing elettrico che, non a caso, anche la University of Derby ha contribuito a far nascere.

Sarà la stessa istituzione scolastica a foraggiare con 100.000 sterline i costi di gestione, in aggiunta alle 450.000 sterline che la municipalità ha ricavato direttamente dal gettito fiscale dopo averne fatto esplicita richiesta al Governo di Sua Maestà.

L’accesso ai fondi è avvenuto tramite una rete di imprese locali, la D2N2 Local Enterprise Partnership.

Photo via DerbyTelegraph

I punti di raccolta del servizio, naturalmente accessibile via app, saranno 30, 12 dei quali dislocati presso dipartimenti dell’Università di Derby: a gestire le bici, materialmente fornite da Social Bicycles, sarà la più anziana compagnia operatrice nel settore di tutto lo United Kingdom, ossia Hourbike.

Derby, attraverso le parole dei dirigenti municipali, vuole così darsi una veste sostenibile e scaricare il proprio centro città dal traffico veicolare.

L’e-bike è stata individuata come soluzione ottimale, accodandosi ad un trend che in Gran Bretagna sta largamente prendendo piede: l’iniziativa della cittadina inglese è partita appena un anno fa (ed è quasi operativa, si parla ormai di un mese circa per l’inaugurazione), mentre il primo bike sharing totalmente dedicato alle e-bike è entrato in funzione ad Exeter sempre nel 2017.

Più in generale, gli Inglesi stanno vivendo una riscoperta della ciclabilità, in molti casi definibile una scoperta da zero quando si tratta di immigrati o di figli di immigrati: in alcuni casi la bicicletta condivisa si sta facendo volano del rilancio sociale delle aeree metropolitane più povere, grazie alla libertà di spostamento a basso costo che consente.

L’e-bike, a quanto pare, è il cavallo di battaglia di quelle municipalità che, invece, hanno puntato la prua addosso ai mezzi di trasporto privati.