La Confederation of the European Bicycle Industry (CONEBI) ha reso noto il suo report annuale sullo stato di salute del mercato europeo del ciclo. Il documento riporta un’istantanea sull’industria della bicicletta e sui volumi di produzione ed import/export.
Per iniziare dando subito qualche numero, il mercato della bicicletta in Europa ha registrato nel 2016 20 milioni di unità vendute. Secondo la European Bicycle Manufacturer’s Association, di questi 20 milioni sono 12,6 quelli prodotti nel Vecchio Continente, rimarcando così il primo dato significativo.
Nel 2015 erano infatti 13.152.000 le unità di produzione europea vendute sul mercato di casa, che vuole dire un calo del 3,7% nell’arco di un anno all’interno del volume complessivo di vendite europee. La notizia non è però nemmeno del tutto negativa in quanto si tratta del secondo miglior dato da 8 anni a questa parte, secondo, appunto, solo a quello dell’anno precedente.
Oltre ciò, sono 90mila i posti di lavoro generati su 800 piccole e medie imprese prese in considerazione.
Italia capofila, sorpresa Portogallo
Tra i Paesi produttori emerge invece una rapida crescita dell’industria lusitana, con il Portogallo salito al 15% della produzione UE, dietro alla capofila Italia ed alla Germania, per una volta seconda della classe.
Le biciclette uscite dai nostri confini sono state 2.339.000, che valgono il 18% della produzione europea del 2016, mentre se ne sono contate 1.971.000 in Germania (16%) e 1.904.000 in Portogallo. Tra gli ultimi della classe è il Regno Unito, con 83mila pezzi che rappresentano appena l’1% del totale.
Piuttosto limitato seppur atteso è stato invece l’incremento delle e-bike, che in termini di produzione hanno fatto salire l’asticella di un 12.9% rispetto al milione e trentamila unità del 2015, pari a 134mila e-bike in più.
Da questo punto di vista uno dei Paesi produttori meno prolifici nel settore della pedalata assistita è stato proprio il Portogallo, con appena il 2% della produzione: qui a farla da padroni sono Germania (30%, 352.000 unità), Paesi Bassi (17%, 200.000 unità) ed Ungheria (15%, 171.000 unità).
Vendite e prezzi medi
È un leggero 5% in meno quello che distingue le cifre del 2016 dall’anno precedente: l’anno scorso sono state vendute nella UE alcune centinaia di migliaia di bici in meno che nel 2015, scendendo da quota 20 milioni a quota 19.606.000.
Malgrado non si tratti di una grande produttrice, stando ai numero dello stesso report, la Gran Bretagna è seconda, dopo la Germania (21%), in quanto a bici vendute, con il 16% del mercato d’Europa. Terza in questa graduatoria è la Francia e quarta l’Italia.
In ogni caso, il report CONEBI mette l’accento su un dato interessante, ossia che, in media, i cittadini europei posseggono più biciclette che qualsiasi altro mezzo di trasporto, il che suggerirebbe l’inizio di un passaggio verso una “low-carbon economy”.
L’impatto delle e-bike sul mercato si fa invece notare quando si parla di prezzi medi, in crescita proprio per via dell’aumento di popolarità delle stesse.
Il fenomeno è marcato oltremodo in quelle nazioni nelle quali la pedalata assistita va per la maggiore, come i Paesi Bassi, dove il prezzo medio di una bici si aggira attorno ai 1,000 euro.
In Germania l’asta dei prezzi indica €643 medi, che divengono €660 in Austria e €700 in Danimarca, tutti Paesi molto favorevoli all’e-bike. Le cifre diminuiscono in Svezia (€575), Lussemburgo (€550) e Spagna (€533).
E-Bike
Bene le vendite di e-bike, in crescita più che la loro produzione continentale: 1.667.000 le bici elettriche vendute nel 2016, il 22.15% in più che nell’anno precedente.
Quasi senza sorprese la graduatoria delle nazioni trainanti, cui l’Italia si accoda: la Germania capitana tutti con 605mila e-bike vendute, il 36% delle vendite nazionali, seguita dai Paesi Bassi con 273mila unità (16%), dal Belgio con 168mila unità (10%) e da Francia e Italia, divise da 10mila unità a favore dei Transalpini (134mila contro 124mila, cifre che valgono l’8% delle vendite nazionali per entrambe i Paesi).
Riprendendo gli accordi sul clima di Parigi il CONEBI suggerisce che tutti i Paesi della zona UE necessitino di un incremento del comparto e-bike proprio per spingere il cambiamento verso un’economia dei trasporti a più basso impatto ambientale.
Aspetto importante del ruolo che l’industria della bici può esercitare è il fatto che il suo carattere “regionale” ed il taglio spesso da piccola-media impresa (800 quelle contate da CONEBI) ne rendono la filiera di trasporto quasi ad impatto zero.