Non c’è ombra di dubbio. Con i pedali Garmin Vector il ciclista dispone ora di un vero e proprio network di informazioni che permettono di tenere sotto controllo la prestazione: GPS, frequenza cardiaca, cadenza, potenza e live tracking.
Questa novità, oltre ad aver ricevuto l’Eurobike Award, un prestigioso riconoscimento come prodotto innovativo, è stata studiata per i ciclisti che vogliono conoscere, misurare e controllare in tempo reale la spinta scaricata sui pedali e la potenza della propria pedalata, informazione utile da conoscere per l’allenamento. Un prodotto non solo destinato ai ciclisti professionisti ma anche agli amatori “evoluti” grazie alla facilità di installazione e all’affidabilità delle informazioni.
La tecnologia dei sensori
I pedali Vector sono dotati di un sensore con tecnologia piezoresistiva di elevata precisione che rileva e trasmette la forza impressa dalla gamba sul pedale ad un dispositivo di comunicazione (definito POD) posto fra il pedale e la pedivella. Il protocollo di comunicazione utilizzato è lo stesso ANT+ wireless che utilizzano gli altri sensori Garmin per trasmettere la cadenza di pedalata o la frequenza cardiaca.
Vector si interfaccia in modo automatico e veloce con i sistemi GPS della famiglia Edge e Forerunner compatibili.
Il sensore utilizzato nei pedali Vector funziona sul principio fisico della piezoresistenza, cioè una sollecitazione di tipo meccanico viene rilevata e trasformata in segnale elettrico. In pratica un particolare elemento resistivo segue le deformazioni della superficie di un elemento sensore (una lamina di silicio o altro materiale monocristallino) a cui è fissato; queste deformazioni (tipicamente allungamenti e accorciamenti) causano una variazione della resistività elettrica del materiale del resistore e di conseguenza la sua resistenza elettrica.
Collegando a questo elemento un sistema di misura in grado di leggere variazioni di resistenza, si può risalire all’entità della deformazione e di conseguenza all’entità della grandezza fisica che le ha causate. Quindi lo sforzo applicato dal ciclista sui pedali provoca una deformazione degli elementi sensore che viene trasformata in segnale elettrico e spedita a sua volta ai dispositivi POD che elaborano elettronicamente il risultato e lo propongono al ciclocomputer.
La tecnologia Vector permette anche di analizzare il bilanciamento in percentuale di potenza tra i due arti e provvedere a riequilibrare il lavoro della gamba più debole.
Dove si installa?
In sostanza Garmin fornisce un bel cofanetto che contiene la coppia di pedali, i due sensori e tutti gli accessori necessari all’installazione, comprese la tacchette sottoscarpa.
Vector si applica su entrambi i pedali. Il montaggio avviene in maniera semplice e la presenza dei sensori POD fra il pedale e la pedivella non interferisce in alcun modo con la pedalata.
La sequenza di montaggio è molto semplice e può essere effettuata seguendo i consigli contenuti nel video realizzato da Garmin.
È importante individuare il tipo di rondella (fornita in dotazione) che si interfaccia correttamente con la pedivella, interporla fra la superficie del POD e la pedivella stessa e avvitare il pedale normalmente con coppia di serraggio compresa tra i 34 ed i 40 Nm. Per il miglior montaggio e la massima precisione, inoltre, Garmin consiglia l’uso di una chiave dinamometrica destrorsa e sinistrorsa con adattatore a “forchetta “ o “zampa di gallo” da15 mm.
L’orientamento del POD rispetto alla pedivella può essere libero, ma Garmin in seguito ad uno studio suggerisce di orientarlo verso il basso, praticamente perpendicolare all’asse delle pedivelle poste in orizzontale (parallele al terreno). Una volta posizionato il tutto e correttamente serrato non rimane che agganciare il connettore al dispositivo.
Ultima fase, dopo aver assemblato entrambi i pedali Vector, occorre sincronizzare il sistema con il ciclocomputer.
Conoscere la potenza di pedalata, un parametro utile per il professionista ma anche per il ciclista evoluto
Il parere dell’agonista: Roberto Zanetti
La potenza è la capacità di produrre una certa quantità di lavoro muscolare nel minor tempo possibile. In buona sostanza si potrebbe anche dire che la potenza è rapportata alla forza esplosiva.
Il training di potenza consiste nel fare brevi e ripetuti scatti alla massima velocità al fine di abituare i muscoli, e il complesso sistema metabolico dell’atleta, al progressivo accumulo di acido lattico.
Come allenare la forza/potenza nel ciclismo
Nel ciclismo moderno, tra le svariate metodologie d’allenamento, la valutazione della potenza espressa sui pedali è sicuramente una delle più innovative e rivoluzionarie; tradotto in parole povere, la quantità di energia necessaria per far muovere in simbiosi il perfetto binomio uomo/macchina.
Questa tecnica, divenuta un punto fermo per il ciclismo professionistico e non solo, anche in quello amatoriale, fino a qualche anno fa era quasi fantascienza. In commercio non vi erano dispositivi in grado di verificare e registrare in tempo reale, per poi trasferire e analizzare sul computer, prima i dati degli allenamenti e poi quelli delle gare.
Ai giorni nostri questo ostacolo è stato ampiamente superato e allenarsi considerando come parametro principale, oltre alle zone di frequenza cardiaca, la potenza espressa in Watt, è diventato di routine per il ciclista tecnologicamente evoluto.
Per un biker, incrementare la potenza, significa svolgere la seguente equazione: aumentare la capacità di pedalare alla massima intensità, percorrendo la massima distanza chilometrica, nel minore tempo possibile.
Lo sviluppo e l’incremento della potenza è basilare per affrontare salite ripide e “nervose” che si susseguono nel corso di gare o di allenamenti molto intensi, in modo particolare per uno scalatore (forza resistente). Oppure, per uno sprinter, nelle fasi di volata dove è d’obbligo sprigionare la forza massimale sui pedali a tutta velocità. Comunque in linea di massima, per un ciclista di buon livello soggetto a repentini scatti o a continui inseguimenti in gruppo, un lavoro specifico mirato ad allenare la forza e la potenza è imprescindibile e obbligatorio (in questi due casi si utilizza la forza esplosiva).
Ricordiamoci però, malgrado l’allenamento di forza/potenza risulta essere importantissimo per completare la preparazione, non bisogna sottovalutare i tempi di recupero.
Il fisico di un ciclista di buon livello, per smaltire completamente i carichi di lavoro, necessita di una tempistica piuttosto lunga. All’incirca (dipende dalle condizioni di salute, dallo stato di forma, dalla motivazione, dal luogo dove ci si allena e da altri fattori particolari) tra una seduta e l’altra di forza/potenza devono intercorre almeno tre giorni.