Downhill, BMX, skate, longboard, parkour​: tutte attività accomunate dall’origine “borderline​”​ rispetto alle classiche discipline sportive ma tutte sempre più radicate nella cultura giovanile.
Comma9 ​è l’anello di congiunzione tra chi le pratica ed il resto della società: spiegarle, farle capire e, perché no, renderle anche più fruibili levando loro quell’alone di “other side”.

Credit: Lorenzo Refrigeri Photographer

L’idea è nata intorno al mondo parallelo delle ​discipline urbane​ come lo skate o la bmx, attività che si praticano spontaneamente, utilizzando ostacoli e “piste” che non erano stati progettati per quello. Poi si è allargata ad altre ​attività outdoor​, come il downhill (del quale esiste però la variante “​urban​”) o lo s​nowboard​.

Il comune denominatore è l’utilizzo di scenari anomali o estremi in maniera ​“​deviata​” – o, meglio, creativa, dipende dal punto di vista dell’osservatore​: una ringhiera, una rampa o una scalinata come s​pot​ da allenamento per pattini, tavole o bici; oppure gli stessi strumenti in ​modo non convenzionale ​(avete mai fatto un fuoripista con una mtb?).

Credit: Lorenzo Refrigeri Photographer

Comma9​, che cita un articolo del codice della strada – il 190.9 – non a caso, è un progetto figlio di Francesco Tiedo, giovane grafico genovese che da tempo accarezzava il sogno di produrre un brand di streetwear che veicolasse non solo una moda ma promuovesse un vero e proprio lifestyle; perché no, anche creando posti di lavoro in ambienti underground, a suo avviso troppo sottovalutati​. Cosa c’entra con quanto detto finora?

C’entra, perché ​una delle principali convinzioni di Francesco è che ​quel sottobosco culturale urbano popolato da ​skaters, bladers e fan dei trick in bmx​,​ che è abituato ad essere esclusivo ed introverso o, comunque, poco comunicativo nei confronti della società “regolare”​, possa espandersi non solo in termini di business ma anche per quanto riguarda l’integrazione di queste discipline nei regolari circuiti sportivi dedicati a ragazzi e professionisti​.

Se non hai una ​Crew​ praticare certe attività è materialmente difficile e, ormai, senza visibilità non vai da nessuna parte: ​fare bmx o DH oggi​ – come parkour o longboard – non è più solo questione di passione e di stile di vita. Ci vuole allenamento e mezzi per farlo.

Credit: Lorenzo Refrigeri Photographer

​Comma9 vuole promuovere e divulgare la cultura urbana al fine di porla sotto i riflettori dei principali sponsor che già operano a livello internazionale laddove dove questi sport sono ormai alla pari, quando non più praticati, di quelli tradizionali. Il sogno di questa StartUp è di creare un network di atleti, artisti e professionisti del digitale che possa autosostenersi attraverso le sue produzioni, promosse e vendute attraverso l’e-commerce.

Ecco dunque l’idea: ​far incontrare sponsor tecnici ed artisti di strada con chi le discipline le pratica​; il mezzo è la comunicazione (web, video, social) e lo scopo è la diffusione di uno stile di vita. Il tramite per tutto ciò è Comma9, che punta a raccogliere un grande portfolio virtuale sulla street art per poi veicolarla attraverso gli eventi che caratterizzano la vita di questi sport.

Credit: Lorenzo Refrigeri Photographer

Così le imprese degli atleti (perché, comunque, di atleti si può parlare anche se lo stile è apparentemente più scanzonato) sono il canale per far ​conoscere una cultura​ che si esprime attraverso ciò che indossa e ciò che ascolta, veicolando a loro volta le opere di grafici ed artisti che, altrimenti, avrebbero meno voce.

Uno degli intenti di Comma9 è anche quello di ​far emergere ed accettare maggiormente il mondo “​urban​”​, mettendolo in contatto con le istituzioni perché si condivida un’evoluzione degli spazi e delle regole che garantiscano la giusta espressione per tutti.

Un’iniziativa singolare, molto sfaccettata e sicuramente ambiziosa, con una prospettiva insolita sullo scenario anche della ​bicicletta intesa come stile di vita alternativo​.