I comandi vocali della Urtopia sono un esempio perfetto di come la tecnologia non debba essere fine a se stessa per non risultare inefficente quando non pericolosa. Tuttavia questa e-bike ha specifiche tecniche più interessanti della sua singolare caratteristica distintiva.

Urtopia via facebook.com

Mani salde sul manubrio

Uno degli obiettivi che questa particolare bicicletta vuole perseguire consiste nel permettere al ciclista di non dover mai spostare le mani da manubrio mentre è in posizione di guida. Ciò è possibile grazie a dei comandi vocali, un’evoluzione in linea con molte invenzioni uscite nell’ultimo periodo, dalla bici a guida autonoma del MIT all’e-bike Calamus dotata di sensori di impatto (quest’ultima già in commercio). Le caratteristiche smart stanno sempre più penetrando il mondo della pedalata assistita, dando spazio a tecnologie a volte utili e a volte un po’ meno. In questo caso forse si pende più verso la seconda categoria, per quanto avere il manubrio sgombro possa essere un vantaggio da non trascurare. 

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Dai tasti alla voce

Urtopia è il nome del modello di cui stiamo parlando, un’e-bike con caratteristiche estetiche interessanti ma soprattutto con una tecnologia di controllo mai vista fino ad oggi. L’interazione con i dispositivi elettronici sta piuttosto velocemente cambiando; dal concetto di switch siamo prima passati a quello di touch e in men che non si dica oggi ci troviamo in quello di voice. I comandi vocali sono indubbiamente comodi, igienici, si possono adattare a tantissime situazioni e permettono di svolgere altre attività senza interromperle, con dei risvolti psicologici nel lungo periodo non sempre positivi. Questa tipologia di interfaccia è già abbondantamente usata all’interno delle automobili, ma nelle bici nessuno l’aveva ancora azzardata. 

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Alcune specifiche

In sella alla nostra Urtopia possiamo impartire comandi per un sacco di funzioni, dalla modalità di velocità, al blocco della bici, dal segnalare una svolta ad aumentare la luminosità dei fari. A ognuno di questi, tranne quello per la regolazione delle luci, è associata una controparte fisica con cui il ciclista può intergire con le mani. Ma la caratteristica più interessante di questa bici è paradossalmente anche quella che lo è anche di meno: Urtopia presenta infatti delle specifiche tecniche molto più attrattive rispetto a questi comandi vocali che sembrano più che altro fungere da elemento attrattivo. Grazie al telaio in fibra di carbonio con cavi nascosti al suo interno vediamo che il peso si attesta intorno ai 13 kg, niente affatto male; c’è poi un efficiente sistema di rilevazione della coppia che aumenta in modo intelligente l’efficienza della batteria e uniforma l’esperienza di guida su diversi terreni, ad un prezzo in campagna su Indiegogo di neanche 2000€. Ma non finisce qui.

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Tanto rumore per… 

La trasmissione a cinghia anch’essa in fibra di carbonio è coerente con la facilità d’uso che questa bici vuole incarnare, eliminando anche l’incombenza della manutenzione della catena. I freni a disco anteriori e posteriori, la batteria rimovibile, una garanzia di 10 anni e, come per la Calamus, dei sensori di impatto, chiudono il quadro delle caratteristiche principali di questa e-bike. I comandi vocali sono certamente un plus che potrebbe fare comodo, ma vengono subito in mente i possibili problemi relativi alla reattività del comando o al mascheramento dovuto ai rumori ambientali. 

Insomma ci sono seri dubbi sulla affidabilità di questa tecnologia, perlomeno nel traffico. Forse servirebbe prima un mondo meno rumoroso, perché se bisogna urlare CLACSON! per attivare il clacson allora sarebbe paradossalmente sufficente l’urlo stesso. Ma non sembra proprio una buona idea.