La diffusione del Covid-19 sta generando molteplici effetti aventi un impatto significativo sulle nostre vite. Come dicevamo in un precedente articolo è importante però comprendere che il problema durante questa pandemia è soprattutto la difficoltà nel modificare alcune nostre abitudini. Queste sono un groviglio di cultura, economia, esigenze, che ovviamente non si può cambiare dall’oggi al domani. Il nuovo paradigma postpandemico sta rimodellando la struttura su cui abbiamo costruito la nostra società: la cosa più saggia sarebbe controllare questa transizione partendo da quei rari effetti positivi generati dalla pandemia, verso i quali non ci sarebbe alcuna ragione di resistere. E’ perciò importante, per quanto sia difficile e paradossale, notare questi effetti positivi per poter iniziare ad impostare un cambiamento approfittando di loro, sia per arginare e controllare l’andamento della malattia, che per cominciare a creare una struttura socio-culturale diversa

Volgere la pandemia a nostro favore?

Un effetto generato dalla pandemia è il ricorso sempre più diffuso alla bicicletta. Ormai è assodato quanto sia il mezzo che più di tutti permette di muoversi in sicurezza senza generare assembramento e l’aumento del suo utilizzo è avvenuto così rapidamente che bisogna cominciare a considerare i problemi ad esso collegati, venuti a galla in brevissimo tempo invece di comparire più sul lungo periodo. Anche Google ha recentemente dedicato alla bici nuove funzionalità sul suo Maps, vista la crescente richiesta. Ma insieme al modesto abbattimento degli inquinanti respirabili c’è un altro effetto positivo che sta avendo una escalation impressionante. Le chiusure imposte, l’utilizzo massiccio di biciclette e lo smartworking stanno abbattendo l’inquinamento acustico, il secondo problema ambientale, come riferisce l’OMS, dopo quello atmosferico.

via centroperludito.eu

Una curiosa coincidenza

Le analisi arrivano dagli Stati Uniti (precisamente da California, Florida, New York, Texas) e nascono in modo molto curioso da una collaborazione tra Apple e l’Università del Michigan. Questa partnership aveva organizzato a partire da settembre 2019 uno studio chiamato Apple Hearing Study per valutare l’esposizione al suono e il suo impatto sulla salute dell’udito. Attraverso le cuffie e gli smartwatch di volontari prestati allo studio, si misurava la loro esposizione ai suoni ambientali, determinando nel tempo come questi potessero influire sui livelli di stressPochi mesi dopo è arrivata la pandemia e i conseguenti lockdown.

Dati impressionanti

Lo studio però è continuato, dando la possibilità di fare un confronto più unico che raro  che ha rivelato dati impressionanti. In particolare si è preso come riferimento pre-pandemico il periodo Gennaio/Febbraio e Marzo/Aprile come nuovo termine di paragone. Le analisi hanno rivelato che tra i due periodi c’è stato un abbattimento del livello di rumore ambientale di 3 dBA, passando da 73 a 70 dBA. Può sembrare poco ma in acustica si ragiona in forma logaritmica, non lineare. In poche parole un abbassamento di 3 dBA significa quasi un dimezzamento dell’energia sonora sviluppata che vuol dire che si è percepito un rumore ambientale minore del 50%.

Image via iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/abb494

Effetti collaterali positivi

Sicuramente si tratta di un aspetto secondario se paragonato ai disordini e al disagio economico che soprattutto in questi giorni si stanno creando, ma è una sfaccettatura dello stesso problema il cui approccio risolutivo è sempre lo stesso: abbassare il ritmo. L’udito poi è uno dei sensi a cui dobbiamo prestare maggiore attenzione in quanto connesso al nostro ancestrale senso del pericolo; non per nulla la natura non ci ha permesso di escluderlo se non forzatamente. L’inquinamento acustico forse non causa problemi fisici, ma ne procura di psicologici anche gravi e che si possono riflettere in azioni pratiche, di solito violente. Se anche non ci fosse il virus dunque, diventare una società un po’ meno rumorosa sarebbe davvero un sacrificio così grande? E visto che da qualche parte bisogna cominciare a cambiare, perché non farlo seguendo la strada di questo inaspettato effetto collaterale positivo?