Cambiano le città, le latitudini e le lingue ma l’intento è sempre lo stesso: portare sempre più persone in sella ad una bici. Per Città del Messico, notoriamente una delle metropoli più inquinate al mondo, una strada da percorrere senza indugi per disincentivare l’utilizzo privato delle automobili.

Per questo EcoBici, il servizio di bike sharing della capitale messicana, ha deciso di introdurre le prime 340 bici elettriche all’interno della sua flotta: con la pedalata assistita, forse, anche i più pigri potrebbero farsi tentare dai pedali.

photo credit: Santix_mx Paseo de la Reforma via photopin (license)

Città del Messico conta grosso modo 8 milioni e 850mila abitanti, distribuiti su di un’area di 1.485 km quadrati: per intenderci, Roma, che è il Comune più esteso e più popoloso del nostro Paese, occupa 1.287 km quadrati ma conta “appena” 2 milioni e 874mila abitanti.

Oltre ad una densità abitativa tripla, la capitale messicana deve anche fare i conti con il particolare ambiente che la contraddistingue, visto che si trova ad un’altitudine media sul livello del mare di 2.500 m.

Se si considera che nell’area metropolitana si arrivano a contare più di 20 milioni di abitanti (che ne fanno l’agglomerato urbano più grande dell’emisero occidentale e il secondo più grande del mondo dopo Tokyo) è intuibile l’enorme scala dei problemi viabilistici e di traffici che i Messicani si trovano ad affrontare.

Per Città del Messico è un dogma dagli anni ’80 dello scorso secolo la riduzione dell’inquinamento atmosferico: non è un caso che sia una delle quattro capitali – assieme ad Atene, Parigi e Madrid – che dal 2025 bandiranno le auto diesel dalla circolazione.

Solo che non basta.

Nel 2010 la municipalità della capitale messicana avviò EcoBici, allora il primo servizio di bike sharing dell’America Latina, che, ad otto anni di distanza si è sviluppato coprendo, con le sue 452 cicloestaciones e 6000 bicicletas, un’area di 35 km quadrati e servendo 100.000 utenti alla settimana.

Il problema è che, per sconfiggere l’esercito di auto che ingolfa Città del Messico, è necessario avvicinare alla bicicletta non “anche” ma “soprattutto” quelle persone che non la prenderebbero mai in considerazione.

Chi per ragioni fisiche, chi per pigrizia, chi per timore, come le interviste che si trovano sul web fanno capire: pedalare in mezzo a tanto traffico ed in una città che mette di fronte a distanze enormi scoraggia molti.

photo credit: City Clock Magazine Mexico City 2014 (City Clock)-2 via photopin (license)

I responsabili di EcoBici credono che la pedalata assistita, con il suoi 25 km/h ed i suoi 40 km di autonomia per ricarica, possano contribuire a spostare il giudizio della gente sull’usabilità della bicicletta in città.

Qualche notizia promettente c’è: in un articolo pubblicato su America CGTN, Rosa Maria Gomez – che ha lavorato al progetto EcoBici a partire dal 2010 – spiega che l’introduzione delle e-bike è stato un passo necessario.

Il servizio di bike sharing messicano si sta infatti espandendo entro l’area metropolitana, affrontando un territorio non sempre pianeggiante; inoltre, nel corso degli anni si è allungata la percorrenza media degli utenti: sali-scendi, più chilometri da coprire, ed ecco che la pedalata assistita può aiutare a sostenere questo trend positivo.

Angel Reyes, che è invece un’attivista pro-bici intervistata sempre nel medesimo articolo, rivela che nei primi due giorni di disponibilità delle nuove e-bike, i viaggi registrati sono stati ben 2mila, lasciando dunque intendere che i Messicani potrebbero non disdegnare così tanto l’idea di pedalare sempre di più e di guidare sempre meno.