Il cicloturismo in Veneto ed in particolare nell’area dolomitica ha fatto registrare punte eccelse nell’ultima primavera-estate: nel bellunese la ciclovia Monaco-Venezia ha dato un impulso notevole, portando grande soddisfazione, ad esempio, al piccolo centro di Soverzene.
Il Comune, che si trova nelle prealpi bellunesi, sulla riva sinistra del Piave, deve però fare i conti con il dissesto portato dall’alluvione che ha flagellato in autunno Veneto e Trentino.
Della ciclovia mancano ad oggi circa 200 metri lungo gli argini del fiume: un danno che va ripristinato prima che torni la bella stagione e, con essa, i cicloturisti.
300mila euro per 200 metri
Sono trecentomila gli euro che serviranno per ricostruire l’argine crollato: il sindaco di Soverzene, Gianni Burigo, ha dato l’annuncio dell’imminente messa in sicurezza nei giorni scorsi, parlando agli esponenti di FIAB.
La ciclovia Monaco-Venezia, nel suo complesso, copre uno sviluppo di 560 km e 3mila metri di dislivello: da quando è attiva è stata inserita tra i principali circuiti cicloturistici nazionali ed internazionali, tanto da essere divenuta la sesta più conosciuta al mondo.
L’obiettivo è ripresentarsi in primavera con il tracciato intatto, in modo da non perdere quel treno che avanza a tutto vapore chiamato, appunto, cicloturismo.
Dalla ciclovia un indotto per tutto il Comune
La Ciclovia Monaco-Venezia, progetto sovvenzionato dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale, ha portato con sé varie attività collaterali dalle quali un centro come Soverzene rare vantaggio.
Dalla nascita di una scuola di mountain bike all’afflusso di visitatori che vi fanno tappa, si tratta di fonti di guadagno alle quali la comunità non intende certo rinunciare.
Proprio grazie al passaggio dei ciclosturisti sono nate anche strutture ricettive, come l’ostello “Terra delle Dolomiti”, alimentate dal ripetersi di manifestazioni come il Tour de Friends, che quest’anno ha portato 500 partecipanti con relativi accompagnatori a sostare a Soverzene.
Il cicloturismo può quindi portare beneficio a terre che altrimenti vanno incontro ad un declino economico, sempre che si abbia rispetto per l’ambiente: lo stesso che funge da calamita per i turisti e che, se inascoltato, finisce per ribellarsi all’uomo.