Un mistico del secolo scorso sosteneva che tutto fosse materia, anche il pensiero. Quello che cambiava secondo lui era il grado di finitura della stessa e la nostra capacità di relazionarvici. Questo per chiarire fin da subito quanto ci stiamo inoltrando in un campo sottile difficile da sviscerare in poche righe, e di come la distinzione tra fisico e metafisico, implicita nel titolo, potrebbe non avere alcun significato.

I latini dicevano Mens Sana In Corpore Sano (da cui la variante della famosa marca sportiva), ed è sicuramente vero che un po’ di attività fisica faccia bene sopratutto allo spirito. Ci sono sport poi che maggiormente si prestano alla contemplazione, al contatto con noi stessi, e il ciclismo è sicuramente uno di loro.

mindfulness
photo credit: Hans van Reenen via photopin (license)

Che cos’è la mindfulness?

La mindfulness si potrebbe definire come la versione occidentale del buddismo zen, concepita e sviluppata in protocolli terapeutici dal medico statunitense Jon Kabat-Zin. Consiste in una pratica meditativa basata sull’allenamento dell’attenzione al momento presente, percepito attraverso tutti i nostri sensi e senza applicarvi alcun giudizio di sorta.

Uno stato di contemplazione semplice nel suo concetto e molto faticoso da praticare all’inizio. Faticoso, non difficile, e unicamente perché abbiamo alterato il ruolo della nostra mente sotto diversi aspetti.

mindfulness
Picture via thefamilyroomsfl.com

Bisogna innanzitutto ricordare che questa è uno strumento elaborativo e non percettivo: se però la si obbliga a svolgere la seconda di queste due funzioni, il risultato è che l’interpretazione mentale, basata sulla sintesi tra il proprio vissuto e l’aspettativa verso la nostra idea di futuro, va a sostituirsi alla percezione reale di ciò che ci circonda. Alla lunga non solo ci si abitua a questo innaturale meccanismo ma si finisce per identificarvi il proprio se, da cui nasce l’inevitabile dolore quando si tenta di fare marcia indietro. Ed è da qui che derivano concetti quali il velo di maya, il mito della caverna o il sonno della coscienza.

Questa  alterazione ci ha persuasi che lo stare bene sia collegato a ciò che la nostra mentre ritiene bello o desiderabile, quando invece è l’atto in se di percepire che è bello, posto che non vi sia alcun filtro interpretativo tra noi e l’oggetto percepito. La mindfulness (come l’approccio zen in generale) si basa proprio su questo presupposto, ribalta completamente la struttura delle nostre convinzioni e può aprirci la strada verso un mondo che neanche immaginavamo.

mindfulness
Picture via womenscycling.com

Il percorso con la bici

Questa strada interiore può essere percorsa anche in bici, magari dopo essersi prima allenati da fermi, a casa, comodi e tranquilli. Portare fuori la meditazione può essere complicato all’inizio ed è meglio prendere prima un po’ di familiarità con il proprio corpo quando è in quello stato. 

Il ciclismo in effetti ha diversi piccoli vantaggi che possono davvero aiutare il nostro spirito. 

Si tratta di un attività all’aria aperta, aerobica, divertente, che allena il nostro senso di libertà e la nostra soglia di attenzione, ormai sempre più compromessa. 

Eccovi dunque alcuni consigli pratici che possono tornarvi utili nell’applicare consapevolezza (mindfulness) in sella alla vostra bici.

mindfulness
Picture via targatocn.it

Concentratevi sui punti di contatto tra il vostro corpo e la bici

Quando salite sulla vostra bicicletta ponete attenzione a come entrate in interazione con lei. Soffermatevi a sentire la consistenza delle manopole, del sellino, dei piedi sulle pedivelle, studiatene bene la forma, la grandezza, cercate di estrarre più dettagli che riuscite. Questo vi permetterà vi ancorarvi a qualcosa di reale e non ai vostri pensieri. Ogni volta che sentite che state prendendo una deriva mentale ancoratevi alla vostra bicicletta.

Le prime volte uscite da soli

Quando si impara qualcosa di nuovo, spesso la compagnia può essere fonte di distrazione. Durante i primi approcci con la mindfulness è meglio evitare le uscite in gruppo in quanto simbolicamente rappresentano il mondo esterno: questo può renderci nervosi e farci sentire poco liberi di prendere i nostri spazi e i nostri tempi.

mindfulness
Picture via pinterest.com

Non percorrete strade troppo faticose

Non è una buona idea mettersi a scalare una montagna se il nostro scopo non è quello di arrivare sulla cima. Anche in questo caso l’obiettivo inconscio e la fatica stessa possono essere fonte di distrazione, fino al punto di sostituirsi all’idea originale con la quale ci eravamo proposti di uscire. Scegliete una strada tranquilla in cui potete pedalare senza troppa fatica, dove potete respirare bene e ascoltare il vostro corpo.

 

Usate l’udito

Il metodo che personalmente applico e che ritengo per adesso il migliore si basa sull’utilizzo dell’udito. In qualche modo infatti i nostri pensieri “ci parlano” nella nostra testa, si può dire che li sentiamo come se udissimo i discorsi di un tizio alla radio. E’ curioso, perché il mondo intorno a noi è pieno di rumori di ogni tipo, molto più intensi (in termini di volume acustico) della voce nel nostro cervello, e che non ascoltiamo. Concentratevi sui suoni che vi arrivano dall’esterno, non su quelli che producete all’interno, si tratta di una semplice sostituzione: decidete di ascoltare il mondo intorno a voi, attimo dopo attimo.

mindfulness
Picture via womenscycling.com

Attenzione ad immergervi subito nella natura

Come dicevo sopra l’udito è un potente mezzo per annullare il dialogo interiore sostituendolo con qualcos’altro della stessa natura. Un potenziale ostacolo come un rumore fastidioso diventa così una vera e propria arma che ci aiuta non poco nella nostra pratica. Per questo motivo le prime volte non conviene andare in luoghi troppo silenziosi e pacifici, poiché il rischio di elucubrare è nettamente maggiore. Scegliete un luogo tranquillo, non troppo frequentato ma nemmeno completamente vuoto. Più praticherete e più, piano piano, riuscirete ad allontanarvi da luoghi rumorosi.

 

 

Evitate di usare telefoni, smartphone, orologi e macchine fotografiche

Qualsiasi oggetto che vi allontana dal momento presente è meglio evitare di usarlo, in particolare lo smartphone. Scegliete una giornata in cui non avete particolari impegni, appuntamenti, organizzatevi in modo da non aver bisogno di fare telefonate o di controllare continuamente che ore sono. Invece di fotografare fate una foto mentale del soggetto che vi piace e raccogliete più dettagli possibile così da essere in grado di descriverlo.

Non forzate i vostri sensi, non abbiate aspettative e non pensiate di sapere cosa potrebbe accadervi. Svincolatevi dall’idea che starete meglio, l’unico indizio che inizialmente può aiutarvi a a capire se siete sulla strada giusta è qualcosa di simile ad un genuino stupore anche per cose normalmente ritenute insignificanti. Piano piano vi accorgerete di migliorare anche le vostre performance sportive, di essere più leggeri mentalmente e anche fisicamente. In fin dei conti produrre un pensiero richiede energia: se ciò non avviene, cosa succede a questa energia potenziale?

Continuate a provare, siate costanti e fateci sapere come sta andando.

mindfulness
Picture via womenscycling.com