Il ciclismo Paralimpico, come fortunatamente tutto il movimento degli sport paralimpici, ha ricevuto una notorietà mai vista prima dopo l’edizione di Rio 2016 di Olimpiadi e Paraolimpiadi.
La competizione è sempre più agguerrita e gli atleti paralimpici si stanno esprimendo su livelli altissimi, tanto da far pensare che precedenti come quello di Pistorius – il podista sudafricano privo degli arti inferiori dal ginocchio in giù, la cui aura è declinata per via dei suoi problemi con la giustizia e non certo per questioni sportive – siano stati solo un preludio ad un avvicinamento delle categorie di atleti.
Crescendo dunque il ciclismo paralimpico, crescono gli interessi scientifici al riguardo e, dunque, si aprono strade prima riservate solo a quelli che erano erroneamente ritenuti gli “sport maggiori”.
Una di queste è l’applicazione degli studi aerodinamici utilizzando la fluido-dinamica computazionale unita alle simulazioni in galleria del vento, come vedremo.
Tre università ed un 4 volte campione mondiale
Ad essere stati oggetto di ricostruzione in galleria del vento sono gli assetti utilizzati in gara dai protagonisti dei podi a Rio 2016.
La ricerca, che è stata sponsorizzata da Ansys, una delle principali società al mondo che si occupa di simulazioni ingegneristiche (i cui software sono già tornati utili per studiare delle dinamiche nelle corse ciclistiche), ha coinvolto tre università: quella irlandese di Galway, quella olandese di Eindhoven e quella di Lovanio, in Belgio.
Anima dell’iniziativa è stato il Dottor Eoghan Clifford, dell’ateneo di Galway, che ha trovato una valida spalla nel Prof. Bert Blocken della Eindhoven University of Technology: non è un caso che Clifford sia stato ben 4 volte campione mondiale e sia attualmente campione paralimpico.
I risultati di Rio 2016 sotto analisi
Nelle gallerie del vento di Eindhoven e Liegi, nonché poi sui supercomputer irlandesi ed olandesi, sono stati studiati i tandem e le handsbike H1-H4 utilizzati nelle competizioni di Rio 2016.
Obiettivo della ricerca era testare l’efficienza aerodinamica delle soluzioni adottate, da quelle posturali come posizione dei ciclisti e assetto delle bici, a quelle componentistiche, quali la scelta di un tipo di ruota piuttosto che un’altra.
A fine sperimentazione, Ansys ed i ricercatori universitari hanno reso noti dei risultati che smentiscono molte delle scelte fatte in gara. Per esempio:
- Il tipico allestimento da crono con idoneo manubrio per pilota e “passeggero” non garantisce la minima resistenza aerodinamica. Se il passeggero si tiene al reggisella del tandem il guadagno su una gara di 10 km è di 8.1 secondi.
- Il setup da gara più aerodinamico non è quello in cui i corpi di pilota e passeggero sono il più orizzontali possibile. Una posizione leggermente rialzata del pilota garantisce un vantaggio di 6.5 secondi sui 10 km.
- La combinazione di ruote più aerodinamica nelle handbike H1-H4 non è quella con le ruote posteriori lenticolari come comunemente accettato, ma quella con ruote posteriori a raggi poiché le ruote lenticolari causano la canalizzazione del flusso d’aria tra le due ruote creando un “risucchio” extra sul corpo dell’atleta. L’uso di ruote posteriori a raggi e della lenticolare anteriore garantisce un vantaggio di 16 secondi sui 10 km.
- Nella discesa con handbike gli atleti tendono ad adottare la cosiddetta posizione delle 6, con le mani nella posizione più bassa possibile e le braccia attaccate al corpo. La posizione delle 9, con le braccia più allungate, garantisce invece una resistenza del 3,4% inferiore che si traduce in un guadagno di 0.8 secondi su una discesa di 500 metri.
Un futuro sempre più competitivo
I podi di Rio 2016avevano già visto il cronometro protagonista.
Come la stessa ricerca ricorda:
- Tandem maschile, inseguimento 4 km: il vantaggio del primo sul secondo in classifica è stato di 1.6 secondi e del terzo sul quarto di appena 0,9 secondi
- Tandem maschile, 30 km a cronometro: il vantaggio dell’Oro sull’Argento è stato di 8,8 secondi
- Tandem femminile, inseguimento 3 km: il vantaggio dell’Oro sull’Argento è stato di 3,5 secondi. Nelle qualificazioni solo 0,8 secondi separavano il terzo dal quinto classificato (terzo e quarto avrebbero avuto la possibilità di giocarsi una medaglia)
- Tandem femminile, 30 km a cronometro: 0,8 secondi hanno fatto la differenza tra Argento e Bronzo
- Handbike maschile, 20 km a cronometro: in alcuni casi la differenza tra primo e secondo classificato è stata di 2 secondi e di 10 secondi tra Argento e Bronzo, con una differenza di soli 0.9 secondi in una delle categorie in gara.
Non c’è quindi dubbio che lo sport paralimpico e, nella fattispecie il ciclismo, oltre a contenere una componente emotiva legata alla determinazione ammirabile di chi sulla carta parte svantaggiato, offrirà sempre più un livello di competitività in senso assoluto.
L’utilizzo di strumenti scientifici, finché non snaturano la competizione, renderanno il ciclismo paralimpico sempre più performante ed è probabile che, come Bebe Vio insegna nella scherma, i futuri idoli proverranno proprio da qui.