C’è un pezzo di storia del Made in Italy e tanta tradizione romagnola nella storia di Cicli MBM, azienda che ha portato ad Eicma 2018 una rassegna dei suoi modelli classici con l’innesto di quello che loro chiamano il “progetto ebike”.

Se MBM a Cesena è inequivocabilmente identificata con quelle che una volta avremmo chiamato “bici da passeggio”, fedeli in tutto e per tutto all’iconica immagine della bicicletta, l’idea dell’azienda è di investire sul nuovo mercato della ebike, scommettendo su un pubblico sempre più giovane.

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Cicli MBM ad EICMA 2018 – foto Hexas

 

Dai motori a scoppio alle bici elettriche: 50 anni di evoluzione

Cicli MBM vanta una storia quasi cinquantennale iniziata nel 1973: si era allora nell’Emilia Romagna dei motori per antonomasia e, per l’appunto, anche Mbm ha iniziato dalla combustione interna.

Dai motori a scoppio si è poi focalizzata sulla produzione di biciclette, con un passaggio di consegne in famiglia – dal padre fondatore al figlio – avvenuto circa dieci anni fa: il ricambio generazionale ha portato al “progetto ebike”, ossia all’introduzione della pedalata assistita nella gamma.

«L’azienda vuole mantenere una forte identità italiana – ci ha spiegato Vincenzo Medugno, Direttore Vendite di Cicli MBM – senza ignorare i cambiamenti del mercato. Oggi l’ebike ha aperto scenari del tutto nuovi che noi siamo intenzionati a cogliere».

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Le Maui e Aprostrophe di Cicli MBM ad EICMA 2018 – foto Cicli MBM

 

Cicli MBM, rafforzare un’identità sul Made in Italy

Nello stand allestito ad Eicma 2018, MBM ha portato un mix di design molto tradizionale con alcune iniezioni dirompenti: una su tutte, l’ebike Funk.

«Quello che conta per noi è fare il più possibile con componentistica italiana. Le biciclette le assembliamo noi e la progettazione dei telai è unica, viene realizzata in Italia e viene mantenuto un controllo sui partner che ci forniscono il prodotto da montare».

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Le Maui e Aprostrophe di Cicli MBM ad EICMA 2018 – foto Hexas

«Se oggi pronunci il nome MBM a Cesena, tutti pensano alle Maui ed alle A’postrophe, le nostre bici più classiche, che oggi facciamo anche a pedalata assistita, ma che abbiamo sempre prodotto in versione muscolare», prosegue il Dott. Medugno. 

«Abbiamo deciso di portare una sferzata di novità nella gamma: nel 2016 abbiamo iniziato a lavorare sulla ebike, adesso ci stiamo concentrando sui nostri nuovi concept store. La Funk è un esempio di come vorremmo intercettare il gusto di quella che crediamo sia l’utenza futura della bici elettrica: i ragazzi, i giovani che cercano un erede del caro vecchio scooter».

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La Funk di Cicli MBM ad EICMA 2018 – foto Cicli MBM

 

Funk, la bici elettrica fa l’occhiolino ai ragazzi

In effetti, se c’è una ebike che salta subito all’occhio in mezzo alle altre è lei: si chiama Funk, ha un telaio con geometrie spigolose, decise, ruote “ingrassate” (si definiscono “fat”, oggigiorno) e portapacchi anteriore e posteriore coloratissimi.

Ha un look che ricorda molto uno stile anni ’90, scanzonato e aggressivo quel filo che basta per un telaio che, in fin dei conti, rimane minimale.

Telaio in alluminio, cambio Shimano 7v, forcella anteriore ammortizzata e ruote da 20”: una curiosità è il disegno dei battistrada, che richiama quello di tanti ciclomotori proprio dei decenni a cavallo degli anni Duemila.

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La Funk di Cicli MBM ad EICMA 2018 – foto Hexas

 

A proposito di Made in Italy, la Funk monta un motore italiano, OLI Move Plus, progettato e prodotto interamente dalla conterranea OLI.

Più che i dettagli tecnici è però importante l’immagine che la Funk propone: se le “classiche” sono diventate un marchio distintivo per Cicli MBM, le giovani ebike della Casa vogliono divenirne l’icona futura.

Potrebbe essere un esempio di come l’industria italiana del ciclo sia più che mai viva e desiderosa di cavalcare il trend in crescita della pedalata assistita.