Salire in bicicletta e godersi una giornata immersi nella natura sembra impossibile per chi vive a Milano. Oggi vi dimostriamo il contrario presentandovi la pista ciclabile del Naviglio Martesana.

I Navigli di Milano vennero realizzati a partire dal XII secolo per aprire arterie commerciali. Collegarono la città prima al Lago Maggiore e successivamente al lago di Como. Raggiunti i grandi laghi, l’obiettivo era poi quello di salire a Nord verso tutta l’Europa.

Oggi di queste vie d’acqua ne sono rimaste poche, una di queste è il Naviglio Martesana. Realizzato fra il 1453 e il 1463 è oggi attrezzato con una stupenda pista ciclabile lunga 35 km e in costante pianura. La ciclovia collega la Stazione centrale a Trezzo sull’Adda attraverso Cologno Monzese, Cernusco sul Naviglio, Gorgonzola, Cassano d’Adda, Fara Gera d’Adda e tanti altri piccoli paesini dell’hinterland milanese.

La partenza dalla Stazione Centrale

Ponte del Pan Fiss
Ponte del Pan Fiss

Alle spalle del colosso ferroviario e precisamente da via Tirano 22, l’itinerario comincia immerso nel giardino di Cassina de’ Pomm. Situato nel quartiere di Greco alla fine di via Melchiorre Gioia, è affiancato dal ponte del “Pan Fiss”. Letteralmente “del pane fisso”, venne ribattezzato così dai milanesi in riferimento agli operai che ne usufruivano tutti i giorni per raggiungere la fabbrica vicina. I lavoratori erano invidiati perché godevano di un lavoro sicuro che garantiva loro uno stipendio mensile.

Tra le attrazioni che si possono raggiungere percorrendo la Martesana ci sono:

  • il Parco di Villa Finzi, situato vicino alla fermata Gorla della metropolitana, è uno dei parchi più antichi della città;
  • il museo MAiO di Cassina de’ Pecchi, nato per raccontare delle opere d’arte trafugate dai nazisti durante il secondo conflitto mondiale e ancora disperse;
  • la vecchia ruota idraulica di Fara Gera D’Adda progettata da Leonardo da Vinci.

Milano da sempre innova

Oggi come in passato Milano ha sempre cercato di spingersi oltre i propri limiti e la realizzazione dei Navigli ne è la prova tangibile. Al fine di ampliare i commerci della città con tutta l’Europa erano necessarie linee di comunicazione efficaci che permettessero ai mercanti di spedire e ricevere merci provenienti da tutti i porti del continente. Per questa ragione venne sviluppato il progetto dei canali cittadini. Un lavoro imponente che durò per più di tre secoli a cui contribuì anche Leonardo da Vinci, reclutato da Ludovico il Moro nel 1482. Per parafrasare il notissimo proverbio, se la montagna non arriva a Milano, Milano costruisce un reticolo di canali per portarcela.

Inizialmente venne realizzato nel XII secolo il Naviglio Grande per collegare Milano con il Lago Maggiore e servire così tutta la zona Ovest della città. Quando in seguito venne inaugurato il Naviglio Martesana gli venne dato il nome di Naviglio “Piccolo”. Appunto per distinguerlo dal suo fratello maggiore. In seguito prese il nome di “Martesana” facendo riferimento all’area in cui sorge.

Naviglio Martesana: una ciclabile da provare

Trovare una ciclabile come questa è davvero una bella sorpresa. Per tutti quelli che accusano Milano di essere la capitale dei condomini giganti e della nebbia, spiattellata al centro della pianura Padana e sommersa dallo smog, abbiamo una sfida da proporvi: provate a seguire questa ciclabile!

Il percorso è immerso nella natura e rappresenta uno dei polmoni verdi vanto per i milanesi. Percorrendola vi troverete sulla sinistra il canale e sulla destra un susseguirsi di parchi, stupendi murales, campetti per giocare e campi coltivati. Una ciclabile con la C maiuscola.

Dritta come un fuso lungo l’alzaia del naviglio non permette di sbagliare strada. La ciclabile Naviglio Martesana può essere utilizzata dai pendolari che vivono nell’area metropolitana della città per accedere direttamente al centro senza impazzire nel traffico. Ma non solo, trovarci una buca è sfida ardua.

Una ciclabile adatta a tutti 

Ciclabile Naviglio Martesana
Trezzo sull’Adda

Si sa che la fatica premia e questo vale anche per la Martesana… è sul finale che sorprende. Raggiunto l’Adda il naviglio mantiene la sua indipendenza e vi scorre a fianco imperterrito con la pista ciclabile che fa da spartiacque. Seguendo l’itinerario passerete gli ultimi 10 km con l’imponente fiume Adda sulla destra e il vigoroso naviglio sulla sinistra, una spettacolare opera ingegneristica e naturalistica.

Si tratta di un percorso adatto a tutti i ciclisti, dai più esperti agli amatori. Può essere affrontato con la semplice bici da città, con la bici da corsa oppure anche con la MTB. Ogni bici può andare bene. La strada è in piano e quasi completamente asfaltata ad eccezione di un kilometro di ghiaia appena prima di arrivare a Trezzo. Niente più scuse, adesso avete tutti i consigli per affrontare la Martesana. C’è solo una cosa da fare: salire in sella e partire.