Un ricercatore della Deakin University ha progettato un casco aerodinamico di nuova generazione in grado di regolare automaticamente la ventilazione in base alle diverse condizioni di viaggio. Per ora  è solo un prototipo, ma già molto interesse gravita intorno a questo promettente accessorio.

 

Il casco del ciclista

Il casco per biciclette è un oggetto piuttosto particolare, non deve soltanto proteggere ma deve anche agevolare la corsa e regolare la temperatura della testa. La maggior parte dei modelli sono prodotti statici che non possono adattarsi alle condizioni esterne, influendo così sull’attrito e conseguentemente sulla velocità. Viceversa i caschi da cronometro, usati soprattutto in indoor, sono progettati quasi senza ventilazione per minimizzare la resistenza con l’aria. Quest’ultimi però possono essere indossati solo per poco tempo prima che l’atleta arrivi seriamente a surriscaldarsi la testa. E’ possibile unire i vantaggi di un modello insieme a quelli dell’altro? Secondo un ricercatore australiano si.

Un equilibrio aerodinamico

In gare come il Tour de France, dove ogni tappa dura dalle quattro alle sei ore, i caschi devono trovare un equilibrio tra prestazioni aerodinamiche e ventilazione, cosa che attualmente non fanno. Il dottor James Novak, ricercatore della Deakin University School, ha utilizzato la stampa 3D per sviluppare un casco che dovrebbe raggiungere questo difficile equilibrio. Costruito con un doppio involucro è capace di configurarsi secondo due modalità: una totalmente chiusa e liscia e un’altra in cui il guscio esterno si apre per far passare il vento. Tali prese d’aria si aprono e chiudono in risposta a temperatura, velocità e altri fattori, tutti monitorati tramite bluetooth. Novak ha affermato che questo casco migliorerebbe le performance in competizioni internazionali ed è facile credergli.

Test e tecnologia

Dynaero è stato testato in una galleria del vento insieme ad altri caschi commerciali e precedenti prototipi stampati in 3D. Realizzato con nylon sinterizzato al laser selettivo, è progettato su misura per adattarsi a chi lo indossa ottimizzando la sicurezza e il confort. Presenta un Arduino Uno, un sensore Bluetooth e un’applicazione di telefonia mobile personalizzata che utilizza un accelerometro incorporato per determinare la velocità, controllando l’apertura delle prese d’aria. Le future versioni del casco saranno inoltre collegate a una gamma di sensori ciclistici e indossabili. Non è molto chiaro invece tutto il discorso riguardante gli standard e l’omologazione: forse sono informazioni ancora premature.

 

Dinamico, non solo aerodinamico

A livello pratico, immaginandolo quindi all’opera durante una gara, Dynaero chiuderà la ventilazione durante le discese veloci o durante gli sprint sul traguardo, aumentando potenzialmente le performance del ciclista fino al 3,7 %. Quando invece la situazione cambia, ad esempio durante le salite, il guscio aerodinamico si apre per aumentare il flusso d’aria entrante e mantenere fresco il ciclista. In questo modo, sia le prestazioni che la salute del pilota migliorano; un ottimo esempio di quello che si può fare con un design intelligente.

Accoglienza e futuro

Il dott. Novak ha affermato che attualmente le normative dell’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) non consentono questo tipo di tecnologia, ma spera che il recente interesse riguardo il suo prototipo di casco possa cambiare le regole. Il Dynaero ha impressionato i giudici nel concorso internazionale di tecnologia indossabile Reshape19 ed è uno dei dieci finalisti nella categoria Smart Product nell’evento di quest’anno che si è tenuto a Barcellona nella settimana dal 29 al 31 ottobre. Il casco entrerà anche a far parte di una mostra itinerante per un anno, con tre mostre già prenotate a Barcellona e Roma fino ad aprile 2020

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