Il mondo del viaggio in bicicletta si è ritrovato al secondo anno del B.A.M. (Bycicle Adventur Meeting) di Noale (VE) per un evento bike che potrebbe più essere considerato una festa durata un intero week-end.

BAM 2016_2Il momento a maggior partecipazione con oltre 400 iscritti è stata la lunga pedalata “gravel” (100 o 150 km) quasi interamente su argini, strade bianche e tratti di ciclabili che da Noale ha condotto ad Asolo, con partenza libera, senza cronometraggio e classifica, in puro stile unsupported, la nuova declinazione ciclistica che sta rapidamente crescendo in Italia.

BAM100 Gravel7 Il percorso è stato costruito come un mosaico unendo alcuni tratti molto noti , come la ciclabile Treviso-Ostiglia, ad argini e stradine di campagna per un mix di fondi molto vari e piacevolissimi, ma mai estremi. Anche le altimetrie erano alla portata di tutti ad eccezione di uno strappo piuttosto ripido in prossimità di Asolo, facilitato dal fondo asfaltato Era però altrettanto ripida e su sterrato la discesa dopo il punto di ristoro del pittoresco paese, ma affrontata con prudenza non era pericolosa. Con queste caratteristiche il percorso poteva essere pedalato con tutti i tipi di biciclette, ma i modelli Gravel erano senz’altro i più indicati per rendere l’esperienza un vero viaggio alla scoperta dell’area trevigiana. Va dato merito agli organizzatori di aver creato dal nulla un piccolo patrimonio ciclistico che nelle loro intenzioni dovrebbe diventare permanente nel tempo. Il progetto prevede l’installazione di cartelli segnalateci e la marcatura del territorio in stile CAI. Questo avverrà soltanto con la complicità e il sostegno della Regione Veneto che pare stia valutando positivamente la creazione di una viabilità alternativa sulla spinta di altre iniziative private dello stesso genere come quelle organizzate dai vulcanici fratelli Scavezzon che grazie al loro negozio di biciclette di grande tendenza a Mirano organizzano e promuovono la MIAMI (Mirano-Arquà Petrarca-Mirano) o la Gravelonga (Venezia/Treviso/Padova).

Durante il BAM non poteva trovare locazione migliore la presentazione di un’intera collezione di biciclette Gravel a pedalata assistita con la quale Fantic coglie la tendenza modaiola della declinazione ciclistica. A detta dell’azienda nessun produttore di bici elettriche al mondo ha fino ad oggi prodotto modelli così specifici. Su una base di telaio con identica geometria sono state allestite 3 versioni principali: Gravel-X, Gran Turismo e Travel, tutte dotate del motore Brose, piccolo, leggero, molto silenzioso e performante grazie alla coppia di 90Nm dotato di serie di batteria da 417 Wh a 560 Wh e come optional quella da 630Wh con la quale viene dichiarata una percorrenza da 120 a 180 Km con una carica. Particolare cura è stata data alla protezione del motore in fase progettuale con una scocca di alluminio avvolgente. Identici in tutti i modelli i freni a disco da 180mm sull’anteriore e 160mm sul posteriore, come il cambio Sram 11 rapporti, mentre i cerchi ruota possono essere di 28” o 29”.

Fantic Gravel-X è la versione più fuoristradistica, perfetta per affrontare tutti i percorsi in fuoristrada. Monta cerchi da 29”, pneumatici da 2,2”, forcella ammortizzata con corsa 100mm.

Fantic Gravel Gran Turismo è la più sportiva della gamma Gravel: forcella in carbonio, cerchi da 28”.

Fantic Gravel Travel è la versione dedicata al viaggio. Monta la forcella in alluminio, cerchi da 28” ed è già predisposta per l’installazione di borse anche sull’anteriore. Questa è la versione più iconica grazie anche agli accessori Brooks (sella e borse).

Come sono le “Gravel”

Gravel è la traduzione di ghiaia e il termine indica chiaramente l’utilizzo ideale di queste biciclette che portano una ventata di novità nel mondo del ciclismo unendo caratteristiche di bici da strada e MTB, con geometrie da bici storica. Alcuni per essere sbrigativi dicono che sono delle bici da ciclocross ma non è tutto vero. Dalla mediazione esce un mezzo facile da cavalcare per comodità e impostazione ergonomica ideale per stare in selle anche molte ore con la muscolatura dorsale rilassata. Non ricercando le esasperazioni del peso il carbonio è quasi assente e lascia posto al ritorno prepotente di acciaio o alluminio. Questo sta favorendo il ritorno di bravi artigiani che riscoprono la grande tradizione italiana della “specialissime” fatte su misura e offrono all’utente la gioia della bicicletta “sartoriale” che viene vestita con accessori molto curiosi come i manubri (al momento tutti di provenienza americana) con pieghe veramente nuove che permettono di impugnare il manubrio in maniere anche molto diverse per scaricare la schiena e modificare l’assetto del corpo. Non meno fantasiose sono le produzioni di borse in-frame, cioè borse anche piuttosto capaci che si montano all’interno del triangolo solo con robusti velcro o nel sottosella o al manubrio, con capacità totali di oltre 40/50 litri. Se la buona idea è stata sviluppata per prima dall’americana Revelate, tanti buoni prodotti con identica ispirazione vengono dalle inglesi Apidura e Alpkit o dagli italianissimi MissGrape, Basic Design Movement e Rusjan. Il colosso tedesco Ortlieb si sta organizzando e ha già presentato la sua interpretazione del bikepacking.