Zorro chiamava il cavallo con un fischio, Batman la Bat-mobile, Kitt di Supercar faceva tutto da sé…i ricercatori tedeschi dell’Università di Magdeburgo invece chiameranno la bici via app. No, non sto delirando: è un progetto finanziato dal Ministero Federale tedesco per l’Istruzione la Ricerca a prevedere che una cargo e-bike sperimenti un sistema di guida autonoma.

Presso l’Università Otto von Guericke una squadra di ricercatori sta “semplicemente” cercando di declinare le tecnologie sinora applicate alle quattro ruote su di una bicicletta o, meglio, su di un triciclo, per essere chiari.

Sensori e sistemi di navigazione dovranno permettere ad una bici da carico (a tre ruote, appunto, quindi senza problemi di equilibrio) di muoversi in un ambiente non solo andando dal punto A al punto B ma soprattutto evitando gli ostacoli.

Il problema più grande, come per le cugine a quattro ruote, è il passaggio dal laboratorio alla realtà di tutti i giorni: se già è complesso assicurarsi che il veicolo “sappia” davvero dove si trovi e che percorsi debba fare, provoca ancor più grattacapi permettergli di schivare ostacoli in movimento (noi umani, in parole povere, che in un mondo sempre più digitale sembriamo essere destinati a trovarci sempre più nel posto sbagliato al momento sbagliato).

l’Istituto di Logistica dell’Università di Magdeburgo si sta occupando di questi risvolti pratici assieme ai docenti di informatica locali: il prototipo che inizierà a validare i risultati delle ricerche muoverà le prime pedalate autonome nelle prossime settimane, offrendo così un’ulteriore campo di sperimentazione.

In ambiente reale, infatti, andrà valutato non solo il comportamento della cargo e-bike autonoma – ritenuta una possibile estensione dei servizi di trasporto pubblico – ma anche della gente: cosa farà l’ignaro passante tedesco vedendosi tagliare la strada da una bici che va a spasso da sola?