Cina e biciclette, un connubio indissolubile. Sempre che ci sia il permesso dello Stato: ecco così che l’installazione di un bike sharing può diventare un caso, con tanto di sequestro delle bici.
Nella fattispecie si è trattato di bici elettriche, circa cinquanta, localizzate in una strada centrale della capitale cinese, Beijing. Il sequestro è avvenuto in quanto per avviare un’attività del genere l’autorità dei trasporti locale impone il rilascio di una particolare patente di guida per ogni singola e-bike.
Il bike sharing predisposto da una compagnia locale, Meichemei Consultancy, da circa metà febbraio, avrebbe avuto tutto pronto, app per il pagamento della cauzione per il prelievo dei mezzi compresa, salvo l’autenticazione ufficiale da parte del governo.
Ecco allora scattare la misura estrema, con il ritiro delle biciclette: quello che più lascia perplessi, è la critica dei giornali locali alla guida spericolata degli e-bikers, che ingolferebbero il traffico, senz’altro scorrevole altrimenti, di Beijing.
Dall’altra parte, la notizia può dare la misura di come le autorità cinesi stiano cercando di imporre delle regolamentazioni al mercato interno delle bici ad assistenza elettrica, rilasciando un’omologazione apposita, senza la quale è severamente proibito farsi vedere per le strade della capitale.