Nessun incentivo a risolvere le diatribe stradali venendo alle mani, piuttosto un bagaglio di informazioni utili per sapere come comportarsi in situazioni spiacevoli. È l’approccio di una singolare lezione di autodifesa per ciclisti impostata sulla conoscenza delle arti marziali che si è tenuta a Ciudad Real, in Spagna.
Il ciclista, rispetto all’automobilista, è più esposto ad aggressioni da parte di malintenzionati o anche solo più indifeso nei confronti di comportamenti scorretti: tra auto e bici, indubbiamente, lo scontro è impari.
Così ai cugini spagnoli è venuto in mente di dedicare una giornata, all’interno di un ciclo sulla cultura giapponese, alle arti marziali, spiegano come oggetti d’uso quotidiano possano essere usati per difendersi (con buon senso, ovvio).
Un ombrello come un qualsiasi accessorio per bici può aiutare a dissuadere un malintenzionato, la pratica di qualche tecnica da karateka può servire a divincolarsi in caso di corpo a corpo.
Certo, l’importante è non mettere in discussione il principio dell’autodifesa.
Il fraintendimento, a volte, è labile.