AssosTecnologia svizzera con basi lontane: si parte nel 1976 e, inizialmente, non c’era affatto l’idea di fare abbigliamento. Toni Maier-Moussa, ingegnere elvetico, era interessato alla fibra di carbonio. Nel 1976 si trattava di un materiale quasi segreto, difficilissimo da ottenere. L’ingegner Maier si era messo in testa che la fibra di carbonio poteva essere perfetta per la costruzione di un telaio per bicicletta. La fibra ad alto modulo era riservata solo all’industria aerospaziale e per poterla utilizzare ebbe bisogno di una speciale autorizzazione da parte del dipartimento della difesa americano.

Nacque così quel primo telaio, tubi a goccia e manubrio a corna di bue come si evidenziò fosse più conveniente nelle prove in galleria del vento.
Ben presto ci si rese conto che la difficoltà maggiore nell’aerodinamica del ciclista era dovuta all’abbigliamento utilizzato fino ad allora. Il tessuto di lana utilizzato dai ciclisti era un freno aerodinamico notevole. Nemmeno togliendo completamente l’abbigliamento al ciclista si ottenevano risultati considerati soddisfacenti. Ci voleva qualcosa di più.
Qualcosa che fu sviluppato da Toni con la moglie Eliane e l’amico Hans Hesse che già produceva abbigliamento per i discesisti svizzeri dello sci. È da questa unione che è nato il primo tessuto in Lycra destinato ai ciclisti.

La strada prima del negozio

Nelle costruzioni bianche, separate da una strada o solo da un cortile, si progetta, si disegna e si osa. Poi si sviluppano e si fabbricano i pantaloncini da ciclista del marchio svizzero. Si procede per gradi e per prove maniacali. Solo così si può essere certi della perfezione.

È l’approccio di Assos ad essere diverso dai canoni convenzionali. Si punta al prodotto, come fine del processo produttivo, il mercato diventa una conseguenza di un modo di lavorare. Per questo spesso i prodotti della casa svizzera sono così diversi dagli altri, anche esteticamente. Prima di correre dietro alle bizze del mercato si punta a fare un prodotto di altissima qualità ed elegante. Il prezzo che ne consegue è da vertici del mercato, ma è il mercato stesso a dimostrare che non deve essere questo il parametro di riferimento.

Assos va contro corrente anche con le sponsorizzazioni: segue solo la nazionale svizzera.

Prima ancora della realizzazione dei capi si passa per il disegno e lo studio dei tagli dei tessuti da accoppiare assieme. Deve essere tutto funzionale al movimento della pedalata. Gli stessi tessuti vengono controllati e testati all’esasperazione. C’è un laboratorio dedicato a questo scopo per verificare che il consumo dei materiali simulando le sollecitazioni che subiscono nell’utilizzo, comprese le situazioni climatiche più difficili per verificare che, oltre al tessuto, non si modifichino nel tempo anche i colori.

Poi la parola passa ai tester, da chi pedala senza troppe pretese a un ex corridore come Luca Zanasca.

«Ogni capo viene provato per tantissimi chilometri – ci ha spiegato – perché bisogna riuscire a individuarne ogni difetto più recondito. Quando correvo non avrei mai immaginato che ci potesse essere una tale attenzione al dettaglio, oggi scopro quanto sia importante e quanto un’azienda come Assos ci investa in tempo e risorse. I test sono molto meticolosi, a volte si tratta di spostare il fondello dei pantaloncini solo di qualche millimetro e poi si prova ancora».

I pantaloncini

Sono il punto di forza di Assos. L’azienda elvetica produce anche le maglie, ma per anni sono stati i pantaloncini il cavallo di battaglia di Assos. Spesso nel loro colore nero, classico, solo con il logo, li abbiamo visti anche sotto maglie ufficiali di chi correva per un team ma non voleva rinunciare al massimo della tecnologia nella parte più sollecitata dell’appoggio sulla bicicletta. Il segreto è proprio nei tessuti, nei tagli e nel fondello. Un approccio deciso che ha portato Assos a presentare, di recente, il primo pantaloncino dedicato alla mountain bike: il modello T.Rally con inserti in schiuma PU sui fianchi per proteggere il ciclista in caso di caduta. La linea è quella classica dei pantaloncini, ma questo modello è studiato proprio per la mountain bike.
Assos, per non smentirsi, ha delegato l’ultimo test alla Cape Epic, gara di mountain bike avventurosa che ha dato le ultime indicazioni definitive per la realizzazione dei nuovi pantaloncini.

E non solo

Assieme a questi sono state realizzate anche delle maglie speciali con parte posteriore altamente traspirante (e pensata anche per chi pedala con lo zaino sulle spalle).

Assos lavora in silenzio e con il clamore dei propri clienti che, una volta provata la qualità di quei prodotti, difficilmente tornano indietro. Neanche i corridori professionisti che spesso, come ci conferma Desireé Maier (attuale titolare Assos, assieme al fratello) vengono qui a farsi sostituire i fondelli dei pantaloncini dei team.