Luca Braidot è sicuramente la novità più interessante di quest stagione del crosscountry. L’alfiere del GS Forestale è stato in questa prima parte dell’anno il miglior azzurro nelle prove di Coppa del Mondo, riuscendo a conquistare, a forza di risultati, la convocazione per le Olimpiadi di Rio 2016. Il CT della nazionale Hubert Pallhuber, al fine di scaricare la tensione e permettere agli azzurri di preparare adeguatamente l’appuntamento, ha infatti già diramato i nominativi dei tre bikers uomini (più la “solita” Lechner, tra le donne) che difenderanno la medaglia di bronzo di Fontana alle prossime Olimpiadi: lo stesso Fontana, Andrea Tiberi e appunto Luca Braidot.
A pochi giorni dalla “consacrazione” olimpica è poi arrivato il titolo italiano, conquistato dal ragazzo della Forestale dopo una gara costantemente d’attacco e grazie anche all'”aiuto” del fratello Daniele.
Ma c’è un segreto dietro questi successi? Forse non è giusto addossare questi soltanto alla bici che utilizza Luca Braidot, ma l’Olympia Iron gioca un ruolo importante, come la stessa azienda tiene a ricordare con specifico comunicato stampa. Così sul podio è salita anche la bici Olympia IRON, pluripremiata hardtail da 29” con telaio monoscocca in tre fibre differenti (T1000, M40J e T800s). La bici è equipaggiata con ruote Vittoria dotate delle nuove gomme al grafene, forcelle e ammortizzatori di Fox, componenti Ritchey e PMP, gruppi SRAM.
“Un grande risultato! Una soddisfazione immensa. Luca era in ottima condizione e favorito. Sapevamo che anche Daniele stava bene ma non ci saremmo immaginati una doppietta! Un risultato questo che, sommato al titolo nazionale vinto da Leo Paez (Team Olympia Polimedical) in Colombia, solo un mese fa, ci riempie di orgoglio.” ha commentato Marino Pizzo, Coordinatore dei team di Cicli Olympia.