image001Sabato 5 settembre, ad Auronzo di Cadore (BL), sarà gara vera perché i grandi nomi al via della Rudy Project 3Epic non mancano, ma uno in particolare non passerà inosservato, nemmeno a chi non segue la stagione off road. Maglia bianca, cinque strisce colorate sul petto, il logo UCI, i segni inconfondibili del primato, della maglia iridata tanto sudata, il simbolo di chi ha raggiunto la consacrazione nell’olimpo della mountain bike: Alban Lakata, da poco laureatosi campione del mondo marathon, sarà al via della prima storica edizione della Rudy Project 3Epic. L’austriaco, che nelle scorse settimane girovagava per il Cadore, è rimasto affascinato dai luoghi, dalle vette e dai tanti passaggi affrontati dal tracciato, e come altri 2998 appassionati ha voluto far suo un posto in griglia di partenza.
Lui partirà con uno scopo ben preciso, ossia vincere. In tanti saranno al via solo per l’amore verso la sfida con se stessi prima che con gli altri, per la voglia di mettersi a confronto con la natura, con questa fetta di Patrimonio Mondiale dell’Unesco, con la magia delle Tre Cime di Lavaredo, il Pian dei Buoi, il Monte Pina, e per bagnarsi il volto sporco di terra, polvere e sudore nelle acque limpide del Lago di Misurina. È un invito sincero il nostro: per qualche istante dimenticate la competizione, e fatevi avvolgere dall’atmosfera unica di queste terre, fatevi rapire dalla solennità di questi luoghi, godetevi i panorami da cartolina, raccontate le vostre emozioni a chi non ha potuto partecipare. La montagna è anche questo, la fatica è tanta, ma la natura vi ripaga. Sempre.
Pedali di Marca non ha lasciato niente al caso, con l’obiettivo di far godere pienamente ai biker il teatro naturale in cui si svolge la 3Epic. Il percorso sta subendo un’opera di sistemazione mai vista prima: guadi intubati, ponti artificiali, materassi e reti, pulizia da rocce pericolose e radici infide, ora si stanno ultimando i lavori del tanto temuto Vallon di Lavaredo e per il giorno della gara sarà completamente messo in sicurezza. A tutto questo ci sono da aggiungere 120 volontari della protezione civile, 6 ambulanze, 2 mezzi di soccorso fuoristrada, 50 operatori per l’assistenza sanitaria, 4 medici, 10 postazioni del soccorso alpino, 7 squadre a piedi per il pronto intervento, 2 Quad, 2 pick up e un elicottero …
Tutto ciò non perché il tracciato sia pericoloso, anzi, proprio con lo scopo di non far pensare a nient’altro che al divertimento e guardarsi un attimo attorno. Avete una possibilità unica in mountain bike, passare dove nessun altro è mai stato. La vostra sola preoccupazione sarà pedalare, e portarvi nel cuore i luoghi che avete attraversato.