Se non fosse stato per la vista di Chris Froome che scala il Mont Ventoux, il momento più inatteso del Tour de France dello scorso anno potrebbe essere stato quello in cui Froome attacca la discesa del Col de Peyresourde, pedalando con il sedere sulla canna e il petto appoggiato sul manubrio.

La logica dietro a questa tecnica di discesa è semplice: si ottiene il vantaggio aerodinamico di essere seduti sulla canna, ma si è contemporaneamente in grado di pedalare per avere un po’ di velocità in più. In ogni caso, esperti belgi e olandesi ritengono che il corridore inglese avrebbe potuto guadagnare altro tempo con una posizione ancora differente.

In un articolo pubblicato su Linkedin, Bert Blocken dell’università tecnologica di Eindhoven mostra come lui ed altri studiosi di KU Leuven, l’università di Liège in Belgio, in collaborazione con ANSYS International si sono affidati alla fluidodinamica per confrontare quattro posizioni in sella: posizione da cronometro, seduti sulla canna (come Froome), seduti sulla sella con il petto vicino al manubrio, e posizione di pedalata normale (eretti con le mani sul manubrio).

Ovviamente la posizione da cronometro si è rivelata la più efficace e quella normale la più lenta, generando il 19,9 percento di resistenza aerodinamica in più. Tuttavia, scendere dalla sella riduce di solo l’1 percento l’aerodinamicità rispetto alla posizione da cronometro, mentre lo stile di discesa di Froome è dell’1,6 percento meno aerodinamico. Non una grande differenza, con la filosofia dei guadagni marginali nulla è da sottovalutare.

In ogni caso, anche se apparentemente la posizione non era ottimale da un punto di vista aerodinamico, Froome è riuscito a guadagnare 13 secondi sugli avversari. Secondo Blocken questo è dovuto a svariati elementi quali lo stacco creato in cima al Peyresourde, l’esitazione del gruppo di inseguitori prima dell’arrivo e il fatto che i rivali di Froome potrebbero aver adottato posizioni ancora meno efficienti.