Lo sviluppo tumultuoso dell’economia cinese nel corso degli anni, se da una parte ha portato a una crescita per lungo tempo a doppia cifra delle locali industrie manifatturiere in linea con gli obiettivi dei piani governativi centrali, dall’altra ha alimentato l’offerta commerciale sui mercati d’esportazione dove si è anche riversato gran parte del surplus produttivo.

In svariati settori, dal tessile al metallurgico, dalla ceramica ai prodotti elettronici, il flusso di merci indirizzato dalla Repubblica Popolare Cinese verso gli Stati Uniti (primo partner commerciale) e l’Europa ha avuto un incremento costante destinato a mantenersi, secondo autorevoli stime, almeno sino al 2020. I prezzi praticati dagli esportatori cinesi, in molti casi inferiori al costo di produzione rilevato nei paesi d’arrivo, ha provocato l’applicazione, in particolare da parte della Commissione Europea, di misure antidumping finalizzate a smorzare l’effetto concorrenziale sui mercati finali di commercializzazione.

Tali provvedimenti hanno sempre trovato giustificazione nell’attribuzione alla Cina della condizione di economia pianificata caratterizzata da un forte controllo statale e contraddistinta da molteplici alterazioni, anche sul piano della politica economica e finanziaria, tali da favorire di fatto le esportazioni. Proprio in virtù di queste motivazioni l’Unione Europea ha sempre respinto le richieste del governo cinese di vedere riconosciuto lo status di Economia di Mercato o MES (Market Economy Status) che farebbe venir meno molti dazi antidumping tra cui quello sulle bici complete che resiste da oltre 20 anni essendo nato nel lontano 1991 proprio a causa dei massicci arrivi sui mercati di prodotti orientali a prezzi incomparabili a quelli espressi dai costruttori italiani, francesi, tedeschi, europei in genere.

Negli ultimi mesi del 2016 si sono però diffuse molte preoccupazioni sulla possibile caduta delle attuali misure protettive: di tutto ciò abbiamo parlato con Moreno Fioravanti, Segretario Generale di EBMA, European Bicycle Manifacture Association nonché membro di AEGIS Europe Industry Alliance, l’organizzazione che raggruppa 30 tra le maggiori industrie europee di vari settori per un fatturato complessivo di 500 miliardi di euro l’anno e che esprimono globalmente un milione di occupati di cui 70.000 nel settore del ciclo, 15.000 nella sola Italia.