A Settembre si svolgerà un congresso molto importante per l’UCI, l’Union Cycliste Internationale: nella sede di Bergen si terrà infatti l’elezione del presidente che la guiderà per i prossimi anni.

Candidato e presidente uscente, Brian Cookson intende essere rieletto per dare continuità al lavoro sin qui svolto e che ha attraversato, tra gli altri, il periodo di grande difficoltà del ciclismo internazionale per via degli scandali antidoping.

È molto probabile che a contendergli la presidenza vi sarà David Lappartient, già presidente dell’Union of European Cycling, anche se non vi è ancora una candidatura certa.

Chiunque sarà infine eletto, avrà il compito non facile di proseguire l’operazione di ricostruzione dell’immagine pubblica del ciclismo professionistico, non ancora del tutto ripresasi dai passati problemi.

Cookson per fare ciò ha delineato un piano in sei punti, che inizia rimarcando il ruolo avuto nell’affermazione di una serie di “best practices” durante il suo operato a partire dal 2013.

Tra le rivendicazioni di Cookson c’è la revisione della Costituzione dell’UCI e la nuova rispettabilità che l’organizzazione può vantare anche agli occhi delle agenzie anti-doping, in primis la WADA.

Portare ad una crescita del movimento in tutte le sue discipline, accelerarne lo sviluppo internazionale, migliorare la parità di opportunità tra i sessi sono solo alcuni dei punti che Cookson indica come fondamentali per proseguire il lavoro svolto.

Ciò cui punta il presidente uscente è riguadagnarsi l’appoggio di tutta la comunità ciclistica internazionale, sperando che la essa gli dia il credito necessario ad ottenere un altro mandato per, a sua detta, mantenere l’UCI in testa al ciclismo d’eccellenza.

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