Più parlo con le persone, più mi accorgo che il problema è sempre lo stesso. Bella la bici, comoda, ma dove la metto mentre sono in giro? Come un mantra questa osservazione è il primo dei pensieri che compare nella mente di chi sarebbe intenzionato ad acquistare una bicicletta. Se poi l’interesse ricade su una costosa e-bike, la questione assume ancora più importanza. Da parte mia sento di dover accogliere il loro dubbio senza poter controbattere con una soluzione, pur sapendo che con un po’ di esperienza e le giuste informazioni (quelle fornite ad esempio su questo sito) si riesce a proteggere il proprio mezzo abbastanza efficacemente.

Ma i neofiti per loro stessa natura non possono intravedere queste soluzioni che nascono appunto da una confidenza che si acquista col tempo, e si ritrovano in un classico circolo vizioso che interrompe sul nascere qualsivoglia proposito.

parcheggiare la bici
Photo via intysons.com

Parcheggiare la bici in città: gli spazi sono proprio dove non si pensa

Una possibile strada che più volte ho pensato potesse essere percorribile, riguardava la creazione di appositi parcheggi protetti all’interno di piccoli spazi. Il proliferare di 24 shops che vediamo lungo le vie delle nostre città sono un chiaro esempio di questa applicazione. Personalmente ritengo siano troppi e poco utili socialmente, ma non sono in grado di addentrarmi in valutazioni economiche che immagino abbia invece fatto chi vi investe sopra. Tuttavia questi piccoli negozietti automatici potrebbero essere un modello da esportare in altri settori, per scopi che non siano quelli di vendere merendine. 

Immaginate di arrivare nel centro della vostra città, molte persone vi camminano intorno, le macchine si parcheggiano vicino al marciapiede e gli autobus caricano e scaricano fiumi di passeggeri ad ogni fermata. Dovete incatenare la vostra bici da qualche parte ma non sapete bene dove conviene farlo, perché se in un punto può dare fastidio, in un altro è invece rimarrebbe troppo isolata.

parcheggiare la bici
Photo via intysons.com

Bene, immaginate adesso la stesso scenario, ma di arrivare a destinazione e di entrare con la bici dentro ad piccolo spazio lungo il marciapiede che contiene diversi microparcheggi come fossero armadietti: ne prendete uno, vi infilate la bici dentro e chiudete tutto a chiave. Paghiamo infine una cifra simbolica in quarti d’ora di utilizzo, ma sappiamo che per lo meno la nostra bicicletta è al sicuro. Ogni citypark di questo tipo potrebbe accogliere una decina di biciclette, sapientemente organizzate e sfruttando tutto lo spazio disponibile, anche in altezza.

Una pensata insomma a metà strada tra la capsula Alpen e il parcheggio di Singapore, ma meno tecnologica (e molto, molto meno costosa). 

 

Il caso di Tyson Corner: box per parcheggiare la bici

A Tysons Corner, negli Stati Uniti (precisamente nello stato del Virginia), dispongono di qualcosa di simile, non al chiuso come avevo ipotizzato io,  ma altrettanto efficace. Davanti alle fermate della linea metropolitana Silver Line, tanti piccoli parallelepipedi posti all’aperto, proteggono altrettante biciclette da furti e maltempo. Nella città americana sono piuttosto avanti, e il loro problema attualmente riguarda la diversità in termini di manutenzione e di quantità dei vari lockers sulle diverse uscite, che pare non siano distribuiti in maniera uniforme ma solo per venire incontro ad esigenze di parte.

Un aspetto che sicuramente dobbiamo essere pronti a valutare, anche se spesso le idee importate dopo l’esperienza altrui, possono essere di gran lunga migliori di quelle originali: certo, ammesso che vengano osservate e studiate (oltre che, prima o poi, anche realizzate).