Nella descrizioTutte le Salite del Mondone del libro, lo stesso Riccardo Barlaam racconta della bicicletta come “terapia”, per avere la forza di affrontare la vita quotidiana e cercare di essere migliore. Le salite, dice lo stesso autore, da conquistare su strada, montando una bici, ma anche le salite che stanno dentro di noi, da affrontare e cercare di superare ogni giorno. Una dimensione quasi zen, quella che gli appassionati della letteratura ciclistica possono trovare in “Tutte le salite del mondo” (Ediciclo editore, pagg. 272, € 14,90), ma soprattutto un appassionato racconto che l’autore, giornalista che “passa la maggior parte del suo tempo in redazione a seguire le notizie in tempo reale”, fa del suo progetto che nel 2013, in pochi mesi, ha impegnato l’autore in nove sfide estreme, tra cui la maratona di Barcellona, un mezzo Ironman e le tre granfondo di ciclismo più dure in assoluto: la Marmotte sulle salite del Tour de France, la Trento-Monte Bondone salita di Charly Gaul, l’angelo della montagna e la temibile Oetztaler Radmarathon, nel tirolo austriaco, tutte e tre con oltre 5000 metri di dislivello. Con tante salite e tante storie in mezzo: Stelvio, Mortirolo, Mont Ventoux, Monte Grappa, Cuvignone, Ghisallo, Mottarone, Pordoi.
Quasi quasi mi faccio l'EroicaSe il progetto di Barlaam, nella sua semplicità, è apparso con una terapeutica fuga dalla realtà di tutti giorni, ancora più drastica è la storia di “Quasi quasi mi facco l’Eroica” (Ediciclo editore, pagg. 192, € 14,50), ovvero la parabola sportiva e metafora di vita di Lino Gallo.
Come può, del resto, d’improvviso, un tranquillo neo-pensionato milanese, fino a poco tempo prima praticamente digiuno di pedivelle, selle e manubri, venire irresistibilmente travolto dalla mania per il ciclismo d’epoca, quello delle biciclette col telaio in acciaio, del cambio a manetta e delle cinghiette ai pedali, quello delle maglie di lana grossa e dei caschetti di cuoio? “Quasi quasi mi faccio l’Eroica” è la cronaca autoironica di un “percorso iniziatico” verso il paradiso-inferno del vintage ciclistico: dal procurarsi la bici adatta, anzi, dal costruirsela pezzo per pezzo, cercandoli come un segugio tra e-bay e bancarelle, al vestirsi nel modo più consono alla nobile sfida; ma, soprattutto, come prepararsi a pedalare sulle magiche strade bianche del Chianti senese. Un’avventura eroicomica, tra alti e bassi, entusiasmi e scoramenti; gli incontri con i grandi artigiani della bicicletta e coi santuari del ciclismo; la partecipazione al rito collettivo del Giro d’Italia; un’appassionata fotografia della Milano non solo ciclistica, dai Navigli alle periferie, e di Londra, vera Mecca dell’urban cyclist; fino alla partecipazione all’agognata ciclostorica e al commosso compimento della fatica, siglato dal timbro dell’arrivo sul foglio di gara.