La svalutazione del rublo ha lasciato non pochi strascichi nell’economia russa ed una prova la si ha osservando come sia cambiato il potere d’acquisto sui mercati interni: il settore del ciclo non è immune a tutto ciò e chi compra una bicicletta oggi, in Russia, lo fa con la calcolatrice alla mano. Eppure, l’ultima edizione del Velo-park Show, tenutasi a febbraio, lascia intendere che dei margini di crescita sono tangibili.

 

Più Cina, eccetto che per i ricchi

Il primo dato che emerge dai report sulla fiera è che la platea russa è spaccata in due: una gran parte vive uno stress da svalutazione della moneta e valuta molto attentamente quanto spendere, un’altra parte, forse, non si è nemmeno accorta della crisi.

Ecco perché sul mercato russo hanno preso terreno le biciclette dei brand della confinante Cina, che può competere con i brand globalmente riconosciuti attaccando fasce di prezzo più accessibili.

Ai Russi piacciono gli accessori, si sa, ma il gradimento riscosso da prodotti quali, ad esempio, pompe elettriche per il gonfiaggio degli pneumatici non si traduce in altrettante vendite poiché si tratta pur sempre di un oggetto non necessario e, quindi, di una spesa superflua.

Cambia tutto se ci si rivolge ai prodotti di nicchia: qui interviene quella fascia di pubblico che probabilmente non ha mai perso potere d’acquisto, ed ecco perché le costose full suspended hanno registrato richieste “record”.

 

E-bike, crescita a rilento

Presenti ma non visibili: questo lo strano paradosso che inchioda al momento le e-bike in

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terra russa ad essere una buona opportunità non colta.

La storia è in realtà un classico della mobilità alternativa: Marchi russi come Eltreco e OxyVolt partecipano alle fiere di settore, vi portano i loro prodotti e riferiscono anche di un mercato interno in leggera crescita ma per le strade le e-bike sono uccel di bosco.

I motivi sono i soliti: mancano le infrastrutture di ricarica, mancano gli stalli per parcheggiarle, in alcuni casi molti non avrebbero un posto dove caricarne la batteria nemmeno a casa o in ufficio.

La Russia è poi abituata a muoversi in auto: se non altro, da questo punto di vista le metropoli come Mosca stanno iniziando a dare battaglia all’inquinamento ed al traffico limitando l’accesso del centro ai veicoli privati, spesso imponendo parcheggi di interscambio in zone sempre più periferiche.

Potrebbe essere una buona occasione per le e-bike, da qui a qualche tempo.

 

Un Velo-park più centrale ma in contrazione

Rispetto alle edizioni passate, la stampa di settore ha rilevato una contrazione del Velo-park verso aziende di taglia più piccola in media: un esempio è dato dall’assenza di Velomotors e Forward Bikes, produttrici da sole di quasi il 50% delle due ruote assemblate in Russia.

Il trasferimento presso il Sokolniki park ha reso la kermesse più centrale e visibile ma ciò che le ha sottratto partecipazioni è la concorrenza del nuovo Bike-Expo, giunto a frammentare la platea in barba ai 13 anni di anzianità di Velo-park.

Da notare l’aggiunta però della tedesca SKS con i suoi componenti e di Decathlon, che ha animato la fiera con una serie di workshop.

L’andamento della situazione russa sarà da verificarsi con le prossime edizioni del Velo-park e di Bike-Expo in autunno.