Alfredo Martini, Renato Di Rocco
Alfredo Martini, presidente onorario della FCI, insieme al presidente Renato Di Rocco

Alfredo Martini ha attraversato il ‘900 con l’eleganza e la leggerezza di un uccello. Ha anticipato i tempi anche quando ha parlato, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, da “grande saggio”. Pur essendo un figlio del secolo breve, si è lasciato dietro, prima e meglio degli altri, le scorie di un mondo uscito diviso dalla seconda guerra mondiale.
La bicicletta gli ha permesso di guardare il mondo con gli occhi di un bambino, di percepire la vera essenza delle cose e delle persone, di capire prima e meglio dove stavamo andando.
E’ stato un uomo di sintesi: tecnica e culturale. Ha avuto una giovinezza felice, sulla bicicletta che ha sempre amato, facendo della sua passione un lavoro. Non si è mai per questo dimenticato di essere un privilegiato ed ancora lo scorso anno, parlando nella sua casa di Sesto Fiorentino ai campioni della Nazionale di Bettini alla vigilia del Mondiale di Firenze, ha ricordato il valore simbolico del campione, la necessità che viva e si comporti da esempio.
Da atleta Alfredo Martini ha pedalato con Coppi, Bartali e Magni. Già solo questo ne farebbe un’icona eterna. Ma alla fine della sua vita quella stagione, che l’ha visto anche terzo ad una tappa del Giro proprio alle spalle dei due “mostri sacri”, nulla è rispetto al capolavoro costruito con le sue Nazionali. Quelle composte da cavalli di razza e per questo di difficile gestione come Moser, Saronni, Argentin, Fondriest e Bugno. Alfredo, da grande tecnico e uomo di mediazione, è riuscito a portali all’oro tutti quanti, in Mondiali memorabili, che hanno contribuito alla scrittura della storia del ciclismo.
Quando poi il “grande timoniere” (chissà se gli sarebbe piaciuto l’accostamento) ha deciso di lasciare la guida, ha vissuto una terza e più intesa vita: quella del padre nobile dello sport (e del ciclismo) italiano. Una vita che l’ha svelato agli occhi del mondo sportivo nella sua straordinaria e immensa semplicità. Un gigante capace di leggere nel cuore delle persone e raccontare la bicicletta (la sua bicicletta), con parole illuminate. Un uomo che non ha mai smesso trasmettere un messaggio di speranza, anche nei momenti in cui crisi e risultati mordevano.
Alfredo Martini se n’è andato lunedì 24 agosto, alle 22,30 nella sua casa di Sesto Fiorentino, accompagnato dall’affetto dei suoi cari e dall’abbraccio ancora più ampio di un mondo che non ha mai smesso di amarlo e sostenerlo. Un’enorme famiglia che adesso piange la sua scomparsa e si consola, solo parzialmente, nel saperlo accanto a quei Campioni, alle spalle ed insieme ai quali ha cominciato questa avventura.
AU