È sicuramente la notizia di fine anno più dibattuta da tutto l’ambiente delle due ruote. L’introduzione della Bike Card da 25 € all’anno obbligatoria per chi voglia partecipare a qualsiasi manifestazione ciclistica anche amatoriale sta creando non poche polemiche.

Sorvolando sulla modalità che la Federazione Ciclistica Italiana ha voluto seguire per introdurre questa iscrizione obbligatoria e ignorando le notizie non complete che sono state date da certi organi di stampa e TV, più propensi ad alzare polveroni piuttosto che informare, rimane ancora da chiarire chi gestirà la distribuzione delle tessere, di quali servizi si potrà usufruire a fronte del pagamento di una cifra in euro (altrimenti sarebbe veramente una tassa) e soprattutto come ci si comporterà nei confronti di chi è già possessore di una tessera di quelle associazioni che non hanno fatto accordi con FCI, ACSI e UISP.

Si, perché se non verrà fatta chiarezza dal presidente Di Rocco (FCI), il rischio di scatenare la guerra delle tessere è piuttosto alto.

Esiste un accordo, apparentemente mai decaduto, che consente a tesserati di ogni tipo muniti di certificato medico di partecipare a qualsiasi manifestazione ciclistica. Sulla base di quanto si è letto non sembra essere più così; chi non sarà in possesso della Bike Card rischia di essere escluso da alcune manifestazioni, gran fondo, ecc.

Esorcizzando la guerra delle tessere non resta che rimanere in attesa di qualche chiarimento da parte della Federazione che da appassionato ciclista ritengo assolutamente indispensabile.