schermata-2016-11-16-alle-09-19-48Si è chiuso nei giorni scorsi il forum dedicato alla Bikeconomy celebratosi il 18 e 19 novembre a Roma, presso il Maxxi e che ha raccolto entusistici commenti sulla stampa generalista. Come nel caso delle pagine dedicata da Il Sole 24 Ore del 19 novembre proprio alla bicicletta e alla bikeconomy, oltre ad un approfondita intervista al presidente Di Rocco su questi argomenti.

“Quando ci siamo candidati nel 2005 – ha ricordato il presidente della Fci Renato Di Rocco, in occasione dei saluti all’apertura dei lavori al forum intitolato “L’irresistibile ascesa dell’economia della Bici”, davanti una platea numerosa e attenta – lo abbiamo fatto con la parola d’ordine “bicicletta come stile di vita”. Una frase che sottintende la volontà di diventare protagonisti in tutti i modi di vivere ed interpretare la bicicletta, non solo quello sportivo ed agonistico. Questo appuntamento rappresenta per certi versi un punto di arrivo e per altri un punto di partenza su temi che riguardano la sicurezza, la salute, la qualità di vita delle città. La Federazione è convinta che si possano raggiungere tutti questi traguardi solo se i soggetti interessati a questo aspetto accettino di “fare squadra” e collaborino insieme. La Federazione è qui oggi per testimoniare questa volontà.”

dsc03236I lavori sono stati introdotti dall’economista Beniamino Quintieri, Presidente della Fondazione Manlio Masi, organizzatrice dell’evento: “L’avvocato Gianluca Santilli non ci ha messo molto a convincermi sulla necessità di ragionare su questo tema. L’economia legata alla bicicletta è una realtà determinante per Paesi nordici che puntano sulla sostenibilità. Esistono pochi studi in Italia su questo argomento: è arrivato il momento di iniziare a ragionarci seriamente.”

Da parte sua Gianluca Santilli, presidente del Settore Amatoriale della Federazione oltre che Coordinatore delle iniziative di Bicitaly ed ideatore di questo forum, ha ricordato: “Non dobbiamo inventare nulla, dobbiamo soltanto prendere atto di quanto di positivo si sta realizzando nel resto dell’Europa e convincerci che la bicicletta può veramente contribuire a cambiare la qualità delle nostre città, contribuendo al rilancio economico di interi settori.”

La conferma di quanto emerso in questo primo forum sulla bikeconomy viene proprio dall’approfondita analisi realizzata oggi da Il Sole 24 Ore, che ha dedicato ampio spazio all’argomento.

Nell’articolo intitolato “Sport&Bussines: Un’economia che va oltre la bicicletta” , Pierangelo Soldavini (che ha svolto il ruolo di moderatore di una sessioni di ieri), stila una veloce sintesi di quanto emerso dai lavori: “Dal risparmio sulla spesa sanitaria al miglioramento del traffico urbano fino al cicloturismo: per l’Europa 200 miliardi di euro di indotto. I 40 km di ciclovia del Grab, il Grande raccordo anulare per bicicletta che attraversa Roma, si stanno infatti trasformando in un’innovativa piattaforma di servizi: aziende ed enti si appoggiano alla comunità di appassionati della bicicletta per offrire sconti e servizi ad hoc. Lo stesso potrebbe realizzarsi attorno alle altre grandi infrastrutture ciclabili italiane: dalla corsia che già oggi attraversa il Trentino Alto Adige e che punta ad arrivare a Firenze al progetto VenTo che connetterà Venezia con Torino seguendo il corso del Po (investimento di 80 milioni di euro con indotto stimato di 100 milioni l’anno e 2mila posti di lavoro per un percorso che collegherebbe un migliaio di beni culturali con un unico filo narrativo), il plotone dei cicloturisti si trasforma in una ricca opportunità… In Italia il giro d’affari del cicloturismo si aggira su 1,5 miliardi di euro, mentre in Germania supera i 16 miliardi…. Se anche le previsioni che stimavano per il cicloturismo una quota del 12% sui viaggi turistici in Europa, il potenziale di crescita è evidente alla luce di un turismo a maggior permanenza e con più alta spesa giornaliera…”.

La bikeconomy va oltre la semplice produzione e della vendita – l’Italia è comunque il primo produttore europeo con un giro d’affari da 1,2 miliardi, per la metà di export -, andando a coinvolgere tanti altri aspetti che portano la stima a un totale di 200 miliardi di euro a livello europeo.

Quasi più della metà di questa cifra (110 miliardi, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità) è costituita dai risparmi in termini di spesa sanitaria derivanti da un uso diffuso della bicicletta: la maggior attività fisica si concretizza infatti in una riduzione dell’obesità, delle malattie cardio-vascolari e dell’ipertensione…”

Ma, come hanno ricordato diversi interventi (interessante in questo senso, oltre a quello di Quinteri anche il contributo di Paolo Ruffino, consulente della provincia di Amsterdam) è veramente difficile quantificare esattamente i vantaggi economici e sociali di un’economia legata alla bicicletta. Perché è impossibile dare in termini statistici i benefici sulla qualità della vita e della salute, se non per difetto.

Per info: http://www.bikeconomyforum.com/
Una sintesi dei lavori si può vedere sul canale youtube della Federazione Ciclistica Italiana, playlist #mobilitànuova