L’uso sella bicicletta cresce un po’ dovunque nel mondo e la conseguenza è che molti Paesi iniziano a fare i conti con alcune problematiche di ordine pubblico, la più comune delle quali è la circolazione promiscua dei ciclisti con pedoni o altri veicoli.

Se a New York è in atto una sorta di guerra nei confronti delle speed ebike, ad Israele è appena stata approvata una vera e propria legge per regolare il traffico su pedali.

Gli aspetti più salienti, interessanti perché prefigurano quanto potrebbe essere adottato anche altrove, da noi compresi, viste le decisioni di alcuni Comuni, riguardano la possibilità di percorrere i marciapiedi in bici.

Gli Israeliani hanno decretato che le biciclette potranno condividere il marciapiede con i pedoni solo laddove non esista una pista ciclabile e, al contempo, il limite di velocità in strada sia superiore ai 30 km/h (ossia al di fuori dei centri città).

 

 

Quando il limite è dei trenta orari per le auto, i ciclisti devono transitare in strada, lasciando il marciapiede; la questione è ancora diversa per le e-bike, che la legge appena approvata divide nettamente dalle biciclette, equiparandole come trattamento agli scooter.


photo credit: oiZox Bike&Signs via photopin (license)

Guidabili soltanto dai 16 anni di età in su, le bici a pedalata assistita non dovranno mai andare sul marciapiede: solo piste ciclabili o strada per loro.

L’obiettivo degli Israeliani è di scoraggiare comportamenti pericolosi in bicicletta e per questo sono state anche prescritte multe ben salate: fino a 250 shekels per chi viola le regole sul transito, addirittura 1000 per chi viene sorpreso a parlare al cellulare mentre pedala.

 

 

Al contrario, anche i pedoni dovranno stare attenti perché 500 shekels di multa li aspettano qualora dovessero passeggiare improvvidamente in una pista ciclabile.

Non sono stati tralasciati nemmeno i bambini, che al di sotto degli 8 anni di età dovranno viaggiare nell’apposito seggiolino, mentre anche la pressione delle gomme sarà controllabile dagli agenti municipali.

Insomma, per i ciclisti Israeliani si prospetta un futuro molto più vicino a quello dei colleghi motociclisti: chiaramente irrigidire eccessivamente le norme sulla circolazione delle biciclette avrebbe un effetto controproducente sulla sua diffusione però è sintomatico di un’esigenza ormai diffusa.

 

I ciclisti aumentano, con loro i benefici ai singoli come alle comunità – meno traffico, meno inquinamento, miglior condizione fisica – ma, la loro, non può essere per sempre una crescita “indisciplinata”. Per il quieto vivere di tutti, è bene che si trovino gli spazi per rispettare sia chi va in bici che chi va a piedi.