meIl dott. Simone Aita è un medico e, da parecchi anni, appassionato ciclista. Dopo aver scoperto il mondo delle biciclette elettriche – confrontandosi con amici ciclisti e con altre persone – ha iniziato a maturare l’idea che la bicicletta elettrica potesse essere utilizzata anche come strumento per fare dell’attività fisica in modo più gradevole e continuativo. Un po’ per passione e, in parte, per deformazione professionale, ha iniziato a progettare il sistema per regolare l’erogazione della propulsione del motore in funzione della frequenza cardiaca e quindi anche dello sforzo sostenuto. Oggi il dott. Aita può affermare di esserci riuscito; per questo ha pensato di far partire una raccolta di fondi per finanziare questo progetto tramite la famosa piattaforma di CrowdFounding Kickstarter. Lo abbiamo intervistato per capire qualcosa in più su questo interessante progetto

Ciao Simone, per cominciare vuoi spiegarci, nei dettagli, in cosa consiste il tuo ambizioso progetto?

fork-infinity-bigCome hai già accennato nella presentazione passione per il ciclismo, interesse per le innovazioni tecnologiche e conoscenze in ambito medico hanno fatto scattare la scintilla che ha dato vita all’idea di modificare e migliorare l’utilizzo delle biciclette a pedalata assistita. Usando la bicicletta elettrica mi rendevo conto che ero sempre stimolato a sfruttare il più possibile l’assistenza del motore e, facendo lavorare le gambe il meno possibile, allontanavo la voglia di pedalare con la bicicletta elettrica per riprendere quella classica muscolare. Da qui l’idea di un sistema di regolazione intelligente che permette, in minima parte, il gesto atletico del ciclista ma che si adatta continuamente alle esigenze del momento. Questo avviene nella variazione di pendenza, in presenza dello sforzo fisico e di vento contrario durante il classico giro di allenamento in bici. Dopo aver testato vari sistemi di propulsione con i primi prototipi di elettronica, ho iniziato a maturare l’idea che questo tipo di regolazione poteva essere valorizzato su tipologie di biciclette più orientate al fitness e l’utilizzo urbano. A questo punto ho cominciato a lavorare al prototipo Infinity e, più lavoravo alla selezione dei componenti e dei materiali, più mi rendevo conto che poteva essere interessante realizzare un progetto finalizzato alla commercializzazione. Insieme al supporto della Co-Founder Alexandra abbiamo sviluppato il progetto, poi presentato in rete, con la nostra campagna di raccolta fondi Kickstarter.

Per quale motivo, nel sito dedicato, sostieni che Intinity E-Bike sia una novità assoluta nel variegato mondo delle bici a pedalata assistita? Vuoi dire che nessun altro produttore abbia mai pensato a una tipologia di mezzo simile?

Il principio di funzionamento di questa E-Bike è completamente diverso rispetto alle altre presenti sul mercato. Le comuni E-Bike sono dotate di un sistema di assistenza progressivo in funzione della velocità di crociera preimpostata ai vari sistemi di assistenza. Ad ogni livello di assistenza il motore della bici tenderà a raggiungere la velocità di crociera preimpostata nel controller, indipendentemente dal fatto che il ciclista pedali o muova solo i pedali per far attivare il sistema di funzionamento a pedalata assistita. Poi ci sono i sistemi evoluti fatti da Bosch e altri che sfruttano un sensore torque all’interno del movimento centrale; in quel caso l’assistenza viene fornita in percentuale dello sforzo che si esercita meccanicamente sui pedali. Questo sistema obbliga il ciclista a pedalare ad una specifica cadenza (70-90 rpm) per ottimizzare i consumi. Il sistema da me ideato sfrutta un sensore di potenza diretto sul motore che eroga quantità costante di energia, indipendentemente dalla velocità e dalla cadenza di pedalata. In questo modo i consumi sono totalmente predicibili conoscendo la velocità media; la pedalata è molto più morbida e senza strappi.

Essendo io in prima persona un ciclista mi incuriosisce capire meglio il funzionamento del “Cardio-Control”. E’ applicabile solo alla E-Bike da Voi proposta o può essere utilizzato anche su altre biciclette elettriche già in commercio?

app_main_smallOgni ciclista sa bene che la frequenza cardiaca è direttamente proporzionale alla potenza di spinta delle gambe. Questo concetto di base mi ha spinto a studiare meglio la relazione che intercorre tra variazione di frequenza cardiaca ed aumento della potenza, durante la prova da sforzo, che si esegue classicamente dal cardiologo per il rilascio del certificato di idoneità all’attività agonistica. Ho studiato tante prove da sforzo cercando di trovare un comune denominatore che mi permettesse di capire meglio quale relazione matematica poteva esserci tra la prova da sforzo di un ciclista più allenato ed un ciclista meno allenato. A questo punto, con l’aiuto di un amico esperto di elettronica, ho messo a punto un hardware in grado di gestire il motore della E-Bike in funzione della frequenza cardiaca, tenendo conto dei risultati delle prove da sforzo dei ciclisti allenati. L’integrazione della frequenza cardiaca agisce quindi direttamente sulla potenza erogata dal motore, utilizzando una particolare funzione logaritmica, che permette di restare nella zona cardiaca di allenamento selezionata senza avvertire, ne troppo – ne poco, l’ausilio del motore. L’obiettivo è appunto “pedalare su una bicicletta elettrica senza accorgersi che si tratta di una bicicletta elettrica”!

Nello sviluppo dell’ Intinity E-Bike quali sono state le difficoltà che hai riscontrato durante il percorso e come sei riuscito a risolvere le eventuali problematiche?

side-infinity-bigLo sviluppo della Infinty E-Bike è stato un percorso stimolante e particolarmente interessante. La scelta dei materiali, lo sviluppo della grafica e del design dei componenti in carbonio. Sinceramente ritengo che la fibra di carbonio sia un materiale con un fascino particolare, sia per la morbidezza delle linee, sia per il calore specifico di questo versatile materiale. Acciaio, alluminio e titanio sono materiali validissimi, ma li ho scartati proprio per il desiderio di realizzare un prodotto con un certo “appeal” dalle linee filanti e leggermente aggressive al tempo stesso. La parte più complessa poi è stata quella di trovare il sistema per integrare tutta l’elettronica all’interno del telaio. Infatti siamo riusciti a realizzare una bicicletta con solo due cavi che escono dal telaio, uno per il collegamento della batteria e l’altro per il collegamento del motore posteriore. Il sistema di controllo, infatti, comunica tramite bluetooth con lo smartphone, dal quale è possibile selezionare le varie modalità di funzionamento, modificare alcuni parametri di funzionamento del motore e visualizzare tutti i dati forniti dal motore e dal GPS dello smartphone.

Chi sono e di cosa si occupano i tuoi più stretti collaboratori? Anche loro hanno esperienze di ciclisti praticanti ed attivi?

Alexandra si occupa della gestione economica ed organizzativa del progetto, facendo attenzione ad ogni minimo particolare. Provenendo da una formazione economica di Investment Banking si è presa carico dell’organizzazione del business plan e della timeline che, per lei, sono pane quotidiano. Durante la pianificazione di questo progetto sono rimasto piacevolmente sorpreso dal suo interesse nel voler approfondire tutti gli aspetti tecnici e strutturali che sono stati alla base della realizzazione di questa E-Bike. Piersilvio è l’esperto di informatica che ha sviluppato l’applicazione per lo smartphone e la piattaforma web per la ricezione dei dati in tempo reale quali: frequenza cardiaca, velocità, potenza, zone cardiache di allenamento, altimetria, consumo di calorie e molti altri ancora.

1 COMMENTO

  1. Ieri a Lecco ho conosciuto Simone che mi ha colpito per la sua preparazione, il progetto è molto interessante, la bici bellissima e soprattutto LEGGERA!!!

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