Per chi è affezionato alla propria bicicletta passare ad una e-bike può rappresentare una decisione dura da prendere. Che fare se però la propulsione elettrica offre una soluzione ideale alla quale non si vorrebbe ugualmente rinunciare?

Ecco allora aprirsi il campo del retrofit e, con esso, quello di innumerevoli prodotti per “elettrificare” la propria due ruote. Tra le soluzione più comode – e gli Americani di GeoOrbital lo sanno bene – vi sono senz’altro le cosiddette “motoruote” che, integrando al loro interno il sistema propulsivo, semplificano notevolmente la vita a chi voglia passare agevolmente da una bici tradizionale ad una sua versione a pedalata assistita.

GeoOrbital, per rendere ancor più snella l’operazione, ha ideato e proposto sul mercato un prodotto che in un sol colpo integra ruota, motore e batteria, rendendo il retrofit ad “impatto zero” su qualsiasi bicicletta.

Sganciata la ruota anteriore è infatti sufficiente sostituirla con la corrispondente versione da 26” o 700c, altrimenti compatibile con diametri da 28 e 29 pollici, studiata da GeoOrbital: nessun raggio, solo un mozzo al quale si intestano tre razze in alluminio che alloggiano la batteria e fungono da struttura portante per il cerchio della ruota, lo stesso che il motore sottopone a trazione diretta.

L’aspetto interessante è infatti quello del posizionamento dell’unità propulsiva al termine di una delle razze, in maniera da “mordere” direttamente il profilo interno della ruota, esternamente rivestita da una mescola in schiuma solida in vece del solito pneumatico con camera d’aria.

Montare GeoOrbital non richiede più competenze di quelle necessarie per sostituire una ruota con sgancio rapido ed offre una trasformazione che porta la stessa bicicletta a raggiungere i 32 km/h (studiati evidentemente per il mercato statunitense, in Europa il limite per i pedelec è sempre di 25 km/h) con 80 km di autonomia.

Sempre perché nata per una realtà commerciale che ammette l’assenza della spinta umana (per staccare i piedi dai pedali nel Vecchio Continente avrete bisogno di un’omologazione come ciclomotore e della rinuncia alle agevolazioni di cui godono le biciclette e le e-bike), GeoOrbital può percorrere anche 20 km in completa autonomia.

Il sistema strutturale della motoruota, caratteristico anche da un punto di vista estetico e pesante non più di 8 kg, comprende l’alloggiamento per la batteria al litio da 36V, naturalmente estraibile e dotata di un meccanismo di recupero dell’energia in frenata che contribuisce ad estenderne la durata. Non manca neppure la classica presa USB per la ricarica di piccoli device portatili.

Il motore, invece, ha una potenza di 500 W, maggiore, per l’appunto, dei tagli da 250 W contemplati dalla normativa EU. I controlli avvengono tramite un piccolo display collegato via cavo al motore e che si allaccia al manubrio con una clip.

La GeoOrbital Wheel, che può essere staccata dalla bici e portata con sé, ad esempio in ufficio, in una comoda borsa a tracolla, è venduta nell’ordine dei 799 dollari americani direttamente on-line. Al momento non è presente una declinazione depotenziata per le normative europee.

 

 

 

3 COMMENTI

  1. Molto bella la ruota Georbital. Ma in Italia possono essere utilizzate?Gianfranco

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