I livelli delle performance sono aumentati, la velocità media anche. Di conseguenza le bici sempre più leggere e la componentistica minimale non supportano, a volte, la sicurezza che gli standard richiedono e solo una frenata efficace può limitare gli incidenti. Prendendo spunto dalle mountain bike dove il sistema dei freni a disco idraulici è da anni consolidato, anche sulle specialissime stradali i freni a disco stanno facendo sempre più la loro comparsa.

La distribuzione della potenza

Per raggiungere la potenza frenante con i freni tradizionali (caliper) bisogna agire a fondo sulla leva perdendo, in alcuni casi, istanti preziosi in fase di frenata violenta. Il sistema idraulico del freno a disco lavora invece in maniera immediata, producendo la massima azione frenante in pochi centesimi di secondo. Da qui si evince come i freni a disco diano una sensazione migliore della frenata e una distribuzione più omogenea delle decelerazioni alle alte velocità.

Azione frenante in discesa con il sistema Disk Brake Campagnolo

Ne beneficia anche la modulabilità. Una volta “presa la mano”, i freni a disco idraulici, sono precisi e sicuri a prescindere dalle ruote che si utilizzano (alluminio o carbonio), dalle condizioni atmosferiche (con pioggia o strade bagnate) e e dal terreno (brecciolino, pavé e strade bianche)

Il peso

E’ inevitabile che i freni a disco idraulici non possano essere di grande gradimento per gli amanti della leggerezza e gli esteti più radicalizzati. Dati alla mano dei tre grandi produttori (anche se tendono a metterlo poco in evidenza), un gruppo con freni a disco pesa mediamente 200/250 grammi in più di un gruppo tradizionale con freni caliper della stessa categoria.

Inoltre, come abbiamo accennato poc’anzi, è una questione soggettiva ma l’estetica del freno a disco sulla bici da corsa può piacere o non piacere; la scelta è sempre solo esclusivamente personale.

Freno a disco Shimano montato su una bici Scott

La manutenzione

Diciamo che entrambi i sistemi frenanti si equivalgono in fatto di manutenzione periodica escludendo, ovviamente, quella straordinaria. A parte questa considerazione è scontato che che in un impianto frenante, per considerarsi efficiente, debba essere sottoposto a una attenta e scrupolosa manutenzione; solo così si potrà garantire la frenata sicura della bici e la tranquillità del ciclista.

Sostituzione delle pastiglie e spurgo olio almeno una volta all’anno, per un amatore che percorre circa 10/12000 km, sono più che sufficienti per un impianto frenante idraulico. Pattini, allineamento e regolazioni, invece, sono la prassi per i freni caliper restando sempre nella media del chilometraggio citato poco fa. Ovviamente il discorso fatto non vale per i professionisti ma quella è un’altra storia…

La sicurezza in gruppo

In gruppo la questione freni a disco riguarda molto la sicurezza. Fa una certa impressione vedere i dischi esposti e si pensa che, in caso di caduta, essi possano creare gravi infortuni. Probabilmente in pieno sprint ad alta velocità o in discesa, dopo qualche brusca frenata con il disco surriscaldato, la situazione potrebbe essere davvero molto pericolosa.

Le case produttrici stanno lavorando molto sui test per renderli sicuri nelle diverse dinamiche di frenata. Ci vorrà ancora del tempo e poi, probabilmente con delle adeguate modifiche al disco o aggiunte di carter minimali a protezione, si potrà anche risolvere questo “spinoso” problema che ne rallenta ancora la grande distribuzione sul mercato.