Famiglie, donne e principianti per allargare la base di utenza del mercato del ciclo. Quello britannico – la notizia arriva dal Cycle Show UK – ma non solo: ecco uno spunto di riflessione che può riguardare anche l’Italia.

 

Cycle Show UK: concentrarsi sulle “3 Fs

La curiosità nasce dalla decisione apertamente dichiarata del Cycle Show UK di promuovere la sua edizione 2018 attraverso media e comunicazioni definite “inusuali”: l’obiettivo è attrarre non i classici appassionati e quanti sono già “bike addicted”, bensì anche i neofiti.

Neofiti e meno specialisti: con “three Fs” gli Inglesi intendono infatti “Families, Females and First timers”, ossia “Famiglie, Femmine e (letteralmente) chi è alle prime volte”.

La motivazione è coprire quei segmenti di pubblico e potenziali acquirenti che oggi sono più trascurati, ma che rappresentano il bacino di espansione maggiore per il mercato della bicicletta.

Naturalmente ciò non vuol dire abbandonare gli appassionati storici e tantomeno gli agonisti, che, però, godono già della massima attenzione.

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photo credit: 藍川芥 aikawake Child | Yellow Bicycle and Little Girl via photopin (license)

 

Famiglie, donne e principianti per allargare il mercato

Traslando il discorso da noi, la validità della tesi pare non mutare: chi è davvero in grado di far compiere un salto di scala alla mobilità ciclabile?

La vera rivoluzione è quella innescatasi, in questi anni di diminuzione del potere di acquisto e di maggior consapevolezza ecologica, con la scelta di molti ordinari cittadini di spostarsi in bicicletta in città.

Nessun agonista, al più qualche “pentito del panettone”, ma, soprattutto, gli appartenenti ad una generazione, quella dei trentenni e quarantenni, decisamente meno attaccata al valore della macchina di quanto non lo fossero i loro genitori.

 

 

La bici sta poi diventando sempre più strumento da diporto, adattissimo alle famiglie e, finalmente, il ciclismo femminile, amatoriale e non, sta iniziando ad ottenere visibilità.

Non è un caso che ad essere entrate in crisi siano le grandi fiere di settore e che, invece, sorgano quasi spontaneamente manifestazioni concepite come raduni “user friendly”: testimoniano la volontà delle persone di toccare con mano, specialmente di quelle che non sono cresciute con la fissa della bici.

L’ebike ed il suo probabile ruolo di redivivo “Ciao” per gli spostamenti urbani dovrebbe far pensare: che l’industria della bici – o per lo meno quella delle fiere – stia tergiversando troppo nel cogliere l’occasione?