Cominciano a vedersi sempre più spesso pubblicità che reclamizzano auto ibride ed elettriche, associate immancabilmente ad una serie di incentivi che vanno a correggerne il prezzo. Ma se uno spot su due è ormai dedicato ad un automobile, per contro non se ne vede uno che riguarda i veicoli a due ruote ormai da più di vent’anni. Ogni tanto ci si imbatte in una reclame di uno scooter su qualche rivista poco commerciale, ma nulla di più.

E’ un fatto che chi cerca informazioni su moto, scooter e bici debba impegnarsi in prima persona per reperirle. Se questo è da un lato positivo, dall’altro taglia fuori una larga fetta di potenziali acquirenti che potrebbero fare la differenza per innalzare il livello di eco-mobility che attualmente scorgiamo a volte sulle nostre strade.

Nonostante questo desolante scenario, solo in Germania le bici elettriche vendute hanno, senza praticamente alcuna sovvenzione, superato i 25 milioni, stracciando la concorrenza a quattro ruote, che rimedia soltanto 2 milioni di unità, nonostante siano stati erogati quasi 1,5 miliardi di incentivi per la loro diffusione.

Questi i dati emersi da uno studio condotto dalla European Cyclists Federation che vuole cambiare alcune norme che limitano l’uso e la diffusione del principale mezzo di trasporto a zero emissioni, in questa prima fase soprattutto per quanto riguarda il cosiddetto “ultimo miglio”, ossia il tratto di percorso che separa la propria abitazione con la più vicina fermata di servizio urbano.

Il rapporto propone che vengano riviste le norme per e-bike di potenza superiore a 250 Watt e 25 km/h di velocità, parallelamente ad un adeguamento infrastrutturale che permetta la mobilità e la ricarica in modo capillare e veloce. Ci sono inoltre idee riguardo a metodi di finanziamento per l’acquisto di bici elettriche, ottenibili ad esempio dalla cancellazione della propria automobile dai registri della motorizzazione.

Tutto ciò sempre associato a dei sussidi che promuovano un processo di cambiamento in cui i mezzi a benzina vengano sostituiti da veicoli elettrici, un lento esodo che è innanzitutto psicologico e culturale, ma che deve essere accompagnato da una tecnologia adeguata che renda convincente il cambio di rotta. E questa tecnologia oggi esiste, deve essere resa disponibile e non rimanere confinata per interessi economici e limiti burocratici.

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