Lo iodio è assunto dai vegani sia in quantità eccessive che in quantità ridotte e questo può compromettere la funzione tiroidea.

L’eccesso di iodio si riscontra nel consumo elevato di alghe. Sostanze gozzigene si trovano inoltre negli alimenti vegetali quali cavoli e cavolfiori e questo potrebbe influire negativamente sulla funzione tiroidea se consumati in grandi quantità; tuttavia, il processo di cottura di questi alimenti può ridurre il contenuto di tali sostanze, rendendo improbabile l’effetto collaterale. Oltre le alghe con contenuto di iodio molto variabile – possono, come dicevamo, esporre anche all’eccesso di iodio – il sale iodato e altre fonti vegetali di iodio quali ad esempio le patate e i mirtilli rossi possono essere utilizzate per raggiungere i valori di riferimento. Dove la sufficienza non può essere raggiunta si può considerare l’integrazione.

photo credit: marcoverch Nahaufnahme von Cranberrys vor weißem Hintergrund via photopin (license)

Con questo articolo si conclude la trattazione di questo argomento, con il quale abbiamo visto che, sebbene la dieta vegana presenti le carenze evidenziate, con una gestione strategica delle scelte alimentari e con particolare attenzione all’adeguato contenuto calorico – insieme a una supplementazione adeguata, dove necessario –  si può raggiungere i fabbisogni della maggior parte degli atleti in modo soddisfacente. Il punto cardine resta la corretta informazione sulla base delle correnti evidenze scientifiche e non sulla base di scelte lasciate alle credenze, purtroppo diffuse, che circolano nel mondo della rete.