I vantaggi di una cargo bike sono facili da intuire, ma sono sufficienti per fare di questo mezzo un game changer sul mercato dei veicoli merci?

Nello scenario dei Paesi Bassi, uno studio durato due anni condotto dalle Università di Scienze Applicate di Amsterdam e Rotterdam ha trovato riscontri positivi sull’utilizzo delle cargo bike e di tutti quei veicoli che vengono oggi raggruppati sotto l’etichetta di Light Electric Freight Vehicle.

Non mancano i limiti ed i problemi, tuttavia è plausibile che i prossimi anni vedano le cargo bike entrare con prepotenza in competizione con i mini van a motore.

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Credit: screenshot from VELO Events

 

Cargo bike in Olanda: il progetto LEVV-LOGIC

Lo studio si è concentrato sulla categoria dei cosiddetti LEVV o Light Electric Freight Vehicles: si tratta di veicoli a propulsione muscolare (cargo bike) o elettrica (cargo e-bike, se solo assistita, mini van 100% elettrici, se del tutto autonoma) dotati di tre o più ruote e di un pianale di carico per merci di modesta entità.

Si tratta di solito di mezzi in grado di trasportare al massimo un paio di centinaia di chili di peso, conducente incluso.

Lo studio si è basato sull’esperienze di un gruppo di aziende attive nel settore logistico, tutte olandesi e molte delle quali facenti capo a business on-line, come Coolblue, bol.com, Wehkamp e Picnic. 

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Screenshot from LEVV-Logic project

Tra le utilizzatrici di questa tipologia di veicoli sono state citate poi aziende di svariata estrazione: Ziggo è un TV provider, Feenstra si occupa di sistemi di riscaldamento, City Hub, Fietskoeriers, E-Bakkie e Byondo sono invece appartenenti al mondo delle consegne urbane.

Non sono state escluse anche le big delle spedizioni, come il servizio postale olandese PostNL e i corrieri UPS, DPD e DHL, mentre tra multinazionali spicca il nome di Coca-Cola.

 

Le cargo bike sono una valida alternativa

Quanto risulta dallo studio è chiaro: il regno delle cargo bike sono le piccole consegne in città, specie se si tratta di merci alimentari, di corrispondenza e piccoli quantitativi di materiali edili.

Per la facilità di spostamento ed i minori vincoli legati al parcheggio, una cargo bike, meglio se a pedalata assistita, può andare un po’ dovunque e presentarsi fin quasi sull’uscio di molte attività commerciali, cosa che non sempre un furgone può fare.

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Ecco quando una cargo bike farebbe comodo… – photo credit: Richard Masoner / Cyclelicious Loaded cyclist via photopin (license)

Nei business del food e della logistica di piccolo cabotaggio in città, le sole Amsterdam e Rotterdam (851mila e 639mila abitanti rispettivamente) avrebbero lavoro per 3-4.000 cargo bike ciascuna.

Stando all’esperienza di una delle società coinvolte, Lector City Logistics, circa il 10-15% delle consegne oggi effettuate potrebbero tranquillamente essere trasferite a bordo dei LEVV.

Un’alternativa che si fa di giorno in giorno più interessante perché coniugata a due sentimenti: quello di accelerare i tempi, da parte delle compagnie, e quello di ridurre il traffico veicolare inquinante, da parte delle amministrazioni.

 

 

Molti pro all’orizzonte per le cargo bike

I vantaggi che i LEVV e, soprattutto, le cargo bike porterebbero con sé sono molti: per esempio, si tratta di veicoli sgravati da tanti obblighi normativi che appesantiscono il bilancio finale dei costi di una flotta di furgoni.

Nei Paesi Bassi, per esempio, le cargo bike sono sostanzialmente considerate poco più che biciclette, quindi non necessitano di un’immatricolazione.

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Nei Paesi Bassi le cargo bike sono diffuse già da tempo – photo credit: dietmut “transport” fiets / bicycle via photopin (license)

I costi pendono dunque dalla parte dei LEVV, ma c’è anche la questione tempo: con la crescita smisurata dell’e-commerce, specie nel settore alimentare, la rapidità di consegna è diventata un imperativo che può tramutarsi in un incubo.

Le cargo bike possono accedere ad aree pedonali, a traffico limitato, possono circolare anche blocchi veicolari in atto e, soprattutto, possono divincolarsi meglio nel traffico, raggiungendo prima la meta.

Rispetto ai furgoni tradizionali possono rappresentare un bel guadagno per chi vive di consegne.

In competizione con gli EVs

Dopo due anni di indagine, le università olandesi hanno dunque decretato che una prospettiva c’è, eccome, ed occupa pure ampi spazi sul mercato delle bici. Un mercato che, per la verità, si sta ibridando sempre più con quelli delle due ruote a motore (vedi ebike e speed ebike) e dei veicoli commerciali, come nel caso appunto delle cargo bike.

È una tendenza anticipata dall’ultimo EuroBike e non è un caso che a muoversi in tale direzione vi siano i nomi di Accel Group, Pon Bike Group e di Volkswagen, tutti grossi gruppi industriali del settore bike o automotive che hanno messo le mani su produttori indipendenti dedicati al segmento delle cargo bike o che hanno avviato produzioni proprie.

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La Volkswagen Cargo e-Bike presentata all’ultimo IAA di Hannover – Photo via CyclingIndustry

 

Ciò che determina il successo futuro di questi veicoli, al di là della praticità e della convenienza, è dato dallo sviluppo di uno scenario urbano che supporti la presenza di hub per questi veicoli, punti di ricarica per le batterie, un lavoro collaborativo tra amministrazioni pubbliche e privati ed un forte supporto delle Information Communication Technologies.

Tutto ciò in una realtà, quella dei Paesi Bassi, che per noi può risultare vagamente ideale in quanto partita molti anni fa con l’incentivare forme alternative di trasporto in città: uno dei motivi per i quali oggi la maggior parte delle società non sentono il bisogno di provare le cargo bike è che i van elettrici sono più competitivi, in termini di costi rapportati al raggio d’azione ed alla capacità di carico.

Insomma, un “problema” che vorremmo avere anche noi.

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photo credit: Hindrik S Student Introduction via photopin (license)