Appena ho letto dell’iniziativa Bologna Bike Watch la cosa che mi ha subito colpito è stata la sua determinazione e la capacità di arrivare al punto. Dalla pagina internet si capisce subito di cosa si tratta, non ci sono fronzoli, è tutto molto chiaro e dà la sensazione di essere anche molto efficace. Si tratta di un progetto indipendente e autofinanziato nato a Bologna per ritrovare le biciclette rubate. Consultando il (purtroppo) ricco database nella Homepage del sito è possibile visionare le foto delle bici rubate con tanto di descrizione, zona e data del furto.

Si capisce quindi che l’iniziativa non è rivolta ai soli ciclisti, ma a tutti i cittadini che, con la loro semplice osservazione, possono aiutare a ritrovare le biciclette rubate. La conoscenza del progetto, la sua diffusione ed il suo utilizzo sono gli elementi fondamentali affinché l’idea funzioni e più persone partecipano maggiore sarà la sua efficacia.

Screenshot from BolognaBikeWatch

Un’idea talmente buona che sarebbe bello fosse “rubata” da altre città che, come Bologna, vogliono puntare sul ciclismo per migliorare la qualità della vita urbana. Il problema dei ladri è un ostacolo alla crescita del fenomeno, nonostante vi siano ormai ottimi antifurti che rendono praticamente impossibile l’illecito. Da ricordare poi che le bici possono essere recuperate e consegnate al legittimo proprietario solo se si è sporto denuncia dopo il furto, cosa che, nel caso delle biciclette, spesso non avviene: Bologna Bike Watch ha anche lo scopo di spingere a denunciare.

Un’altra caratteristica interessante del sito è la sua scientificità: è possibile non solo scoprire che il 91% dei furti avviene proprio in virtù del fatto che le bici non sono assicurate correttamente con catene e antifurti, ma anche, nella sezione Statistiche, una serie di preziosi dati sui furti divisi per quartiere, orario, luoghi (intesi come strade, piazze, vicoli, ecc), tipo di lucchetto, tipo di bici e altro ancora.

Screenshot from BolognaBikeWatch

E’ anche presente una sezione Antifurti in cui vengono comparati i modelli e consigliati i migliori. La cura e l’approccio metodico è encomiabile, tanto più che si tratta di un progetto no profit e autofinanziato: navigando si ha la sensazione di mettere all’angolo i ladri e l’assenza di sovrastrutture grafiche rende, a mio parere, ancora più efficace l’intento del sito.

Un progetto in conclusione che merita più visibilità e che dovrebbe essere preso a modello anche per altri contesti, soprattutto dove il tessuto urbano mostra di essere più vulnerabile al fenomeno dei furti. Ricordiamo intanto a chi vive a Bologna, ciclisti e non, di consultare il sito e di diffondere la sua conoscenza.