La bicicletta elettrica appare la nuova frontiera della mobilità, rideclinata in tutte le sue varianti. Potrebbe anche dare un rilevante contributo all’industria della bici e agli operatori del settore. Si tratta di indicazioni provenienti dal “mercato”, come è apparso evidente anche nelle ultime fiere in Germania e Italia. La richiesta di questo mezzo ha stimolato la creatività e attivato energie fino a poco tempo fa indirizzate verso altri settori. Così, per fare un esempio, si stanno organizzando gruppi di acquisto, come ricordato in un recente articolo. Oppure si sviluppano nuovi modelli di bicicletta, come quello presentato a Pordenone in occasione di Coiltech, fiera del settore elettromeccanico del “coil & winding” (bobine e avvolgimenti), la cui 4° edizione si è tenuta dal 25 al 26 settembre (www.quickfairs.net)
Tra le tante novità, infatti, ha riscosso un grande interesse il prototipo di biciletta elettrica senza catena che è stata premiata con il Coiltech Energy Efficiency Award, al pari delle bobine superconduttrici per motori elettrici.
Nella nuova bicicletta elettrica l’energia proviene dalla pedalata e la velocità viene determinata dall’intensità della stessa. A differenza di altri progetti di bici elettrica, nel prototipo in questione l’energia non viene trasmessa in modo meccanico, ma in modo elettrico. Un software di bordo, applicato sul manubrio (è un’App. Android), consente al ciclista di programmare se usare la bicicletta in modo “normale” cioè alla velocità determinata dalla pedalata reale, oppure se decidere di “farsi aiutare” dal motore sprigionando un’energia maggiore, precedentemente accumulata, eventualmente per superare una salita impegnativa, o per qualsiasi altro motivo. La bici è senza catena, cioè priva di accoppiamento meccanico tra il pedale e la ruota motrice con il vantaggio di eliminare il cambio meccanico, sostituito da uno elettronico, garantendo un funzionamento anche migliore di quello di una bicicletta convenzionale. Il prototipo è stato realizzato nella facoltà di ingegneria industriale dell’Università tedesca di Harz, in Sassonia, ed ha riscosso un notevole interesse tra le aziende italiane presenti a Coiltech, interessate a collaborare per un eventuale sviluppo industriale del progetto.
Quando si pensa ad una bicicletta vengono in mente poche cose, tra queste sicuramente la catena. Toglierla appare con un gesto rivoluzionario, che mette in discussione l’essenza stessa del mezzo. Senza voler scomodare i puristi dello scatto fisso, ci chiediamo quanti sono disposti a rinunciare al tradizionale mezzo di trazione per questo innovativo sistema, che pone diversi problemi, anche dal punto di vista filosofico. E’ possibile parlare ancora di bicicletta?
AU