SalvaiciclistiC’è una questione che fa arrabbiare i ciclisti: provate a parlare di casco. Quando, un po’ di tempo fa, l’idea venne sollevata da qualcuno, col proposito di rendere questo tipo di protezione obbligatoria, ci fu una vera e propria bufera nel popolo dei pedalatori. E si arrabbiarono tutti, favorevoli e contrari. Normale – si penserà – in Italia. In realtà la questione è più complessa di come venne ridotta sui giornali. La cosa curiosa, piuttosto, fu scoprire come ci sia una buona percentuale di ciclisti di città che il casco lo considera inutile e, in qualche caso, addirittura dannoso e non si sa bene perché. Per contro, chi è abituato a pedalare normalmente su bici da corsa e mountain bike, si stupiva di chi portasse argomenti a sfavore del casco. Che serve, non ci sono dubbi minimi. Giocò, sul fatto, qualche organizzazione di ciclisti, che temeva come l’obbligo potesse diventare un deterrente all’uso della bicicletta.

Senza approfondire, in questa sede, le motivazioni abbastanza risibili che venivano portate contro l’obbligatorietà del casco, ce n’era una che non era affatto peregrina: il rischio di far rientrare il ciclista nel complesso gioco assicurativo. L’obbligo del casco avrebbe dato alle compagnie assicurative una leva in più per opporre questioni alle richieste di risarcimento. Il casco c’era? Era ben allacciato e indossato? E così via.

Accantonata la questione e lasciato il casco non obbligatorio (ma sempre fortemente consigliato, a qualsiasi velocità si pedali) è rimasto sul piatto il discorso assicurativo. Chi si muove in città come si comporta rispetto ad eventuali assicurazioni?

RaggioLa semplicità della bicicletta, come mezzo di spostamento nel traffico cittadino, tende a farne sottovalutare i rischi. Prendere in considerazione la possibilità di una copertura assicurativa è da cittadini maturi, tanto più se ci si espone al traffico quotidiano delle nostre città. Fatti i dovuti scongiuri, la prudenza non è mai troppa, ma l’assicurazione può pararci anche nel caso di errori da parte nostra. Una semplice copertura di responsabilità civile può mettere al riparo da problemi derivanti da danni causati a terzi. Non è necessario fare l’ipotesi peggiore di investimento di un pedone con conseguenze qualsiasi, basta toccare lo sportello di un’auto con un pedale per trovarsi di fronte alla richiesta di un risarcimento che, in mancanza di copertura assicurativa, ci costringerà a metter mano al portafoglio.

Le compagnie di assicurazione offrono diverse soluzioni che possono fare al caso del ciclista di città (e non solo). Il costo di una semplice RC personale si aggira attorno ai cento euro e, spesso, con la formula capo famiglia (ove prevista) estende la copertura anche ai danni causati da eventuali familiari. Ovviamente rimandiamo alle proposte delle singole compagnie, ognuno sceglierà quella che riterrà più conveniente, ma poi pedalerà se non più sicuro, certamente più tranquillo. Fissa o no.

2 COMMENTI

  1. essendo insieme a mia moglie propretari di un negozio di bici noi gia 15 anni fa abbiamo fatto una proposta di assicurazione per i nostri clienti stipulando con una compagnia di assicurazione un pacchetto assicurativo per 50 persone che assicurava se stessi e danni aterzi .
    secondo la mia visione in merito alla proposta di legge che e’ stata presentata da un ministro se non vado errato di LIVORNO per quanto riguarda la tassa sulla bici non vedo giusto che si pagasse per quanto riguarda le bici normali ma sarebbe giusto pagarla sulle bici elettriche o pedalata assistita, e la stipulazione di una assicurazione su tuti i tipi di bici con l’obbligo di una piccola targa e relativo librettino di circolazione rilasciato al momento dell’aquisto dove e’ riportato il numero di telaio e tipo di bici
    Perche tutto questo ?
    Purtroppo la bici anche se spinta con la propria forza e’ sempre un veicolo che circola su strada e piu’ delle volte e’ malfunzionante con il rischio di causare danni oltre a se stessi ma anche a terzi qualche volta piu’ tosto gravi
    Da tutto cio si creerebbe piu’ lavoro per le azziende italiane sparirebbero tutti questi meccanici fai da te e quelli che lavorano riparando bici in nero evadendo tasse
    ecc….. ma soprattutto finirebbe tutto questo commercio di bici rubate e vendite online di merce cinese contraffatta e non a norma di legge
    se tutto cio verrebbe fatto ci potrebbe essere il sequesrto della bici alla mancata esibizione dei documenti richiesti dalle forze dell’ordine .

  2. la prima cosa da fare per TUTTI i ciclisti è mettere in regola la bicicletta secondo il codice della strada per non incorrere nel concorso di colpa in caso di incidente , anche se si ha ragione , poichè il mezzo non rispettava le normative , vedi campanello e rifrangenti vari . le forze dell’ordine sono tenute nel fare le rilevazioni anche a verificare se i mezzi sono idonei alla circolazione .
    possono farvi la multa e in quel caso sicuramente l’assicurazione si avvarrà di quella per trattare una riduzione di responsabilità e risparmiare sul risarcimento .
    a volte si attaccano anvhe alle sole foto dei mezzi incidentati che evidenziano la mancanza del rispetto della normativa.

    puo sembrare banale la cosa ma in molti casi hanno risparmiato migliaia di euro . a loro non interessa che sia una bici da corsa o una mtb di gamma altissima in strada devono avere tutti l’equipaggiamento idoneo alla circolazione .
    perchè cosi dice il codice , che piaccia o no.

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