L’applicazione nelle moto

Il principio di funzionamento non è dissimile da quello adottato in campo automobilistico.

Anche per le moto la velocità delle ruote viene rilevata con l’ausilio di ruote foniche montate ai mozzi delle ruote, su cui sono installati sensori di prossimità che trasmettono alla centralina ogni anomalia di frenata provocando un’azione regolatrice della pressione dell’olio dell’impianto frenante nel caso si ravvisi il pericolo di bloccaggio delle ruote.

Gli ultimi sviluppi in materia di dispositivi ABS per moto, hanno introdotto, attraverso uno specifico sensore che rileva l’angolo di inclinazione del mezzo, la capacità di lettura e valutazione del comportamento non solo in rettilineo ma anche in curva. Fattore questo di grande importanza ove si consideri che la caduta in curva è una delle cause più frequenti di incidentalità con esiti spesso fatali per il motociclista.

ABS

 

 

L’ABS per le moto, per quanto sia stato storicamente il primo ad essere stato sviluppato, ha incontrato difficoltà nella sua affermazione dovute in buona parte alla mentalità degli utenti restii ad accettare un sistema giudicato poco compatibile con una guida sportiva e troppo invasivo sul piano dei pesi e delle dimensioni. Quest’ultimo aspetto è però stato ampiamente superato dall’innovazione tecnologica che ha ridotto le dimensioni e contenuto il peso sotto i 2 kg.

Per contro i vantaggi della sua introduzione sono notevoli considerando che il bloccaggio delle ruote su una moto è causa di caduta certa e non solo di una frenata più o meno lunga. Studi in merito diffusi da Bosch evidenziano che circa il 25% di tutti gli incidenti mortali si sarebbero potuti evitare se l’ABS fosse stato montato di serie.

 

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